La necessità di dedicare un settore museale agli strumenti musicali storici recentemente acquisiti dal comune di Castelfranco Veneto, già al centro del turismo regionale per essere la città natale del pittore Giorgione, viene interpretata come l’operazione motrice per rivitalizzare un intero brano di tessuto urbano attualmente scollegato dal resto del territorio. Da un’accurata analisi dell’area di progetto, sono emerse le criticità su cui intervenire: la mancanza di permeabilità, i vuoti urbani e funzionali, l’ obsolescenza del patrimonio storico e il canale Musonello che, avendo ormai perso un ruolo importante per lo sviluppo economico e sociale della cittadina, rappresenta un limite fisico invalicabile per accedere all’area.
L'obiettivo principale del progetto proposto è di restituire un senso di unità architettonica e funzionale al complesso cercando di riunire i vari elementi frammentati e di incrementarli con altri nuovi ad essi complementari. Si vuole migliorare la qualità dello studio del Conservatorio dotando l'istituto di locali adatti al conseguimento della didattica nell'edificio di via Riccati, da sempre di vocazione scolastica. Lo storico Convento dei Serviti, invece, è stato scelto per ospitare il nascente Museo di strumenti musicali, studiando una distribuzione interna e un allestimento che rispettino gli spazi del fabbricato e la natura "astratta" della musica. Per dare un maggiore senso di unità al complesso, è stato pensato un Auditorium per spettacoli che ha il duplice compito di mettete a sistema le funzioni già esistenti dando un ordine e una nuova continuità ai singoli frammenti architettonici insistenti sul territorio e di rappresentare un elemento attrattivo per tutta la città. L'area, restituita interamente alla comunità, grazie ai nuovi accessi urbani, uno sul canale Musonello e l'altro su via San Giacomo, si presenta come un polo musicale e culturale, caratterizzato dal dialogo tra architetture storiche e di nuova costruzione e tra queste e lo spazio esterno su cui si affacciano. Quest'ultimo è reso unico dalla piazza d'acqua che rievoca e reinterpreta in chiave contemporanea il ruolo di attrattore culturale e sociale del canale Musonello.
La definizione, attraverso l’intervento sui fabbricati del complesso di San Giacomo, di un polo musicale per Castelfranco, offre l’occasione di inserire la collezione di strumenti acquisita dal comune in un nucleo privilegiato, vicino al Conservatorio e alla pratica viva della musica. La musica, per la sua natura astratta e immateriale, non può essere esposta "fisicamente" se non attraverso gli strumenti che la producono, pertanto, un museo di strumenti musicali è unico e diverso da qualunque altro. L'allestimento proposto vuole comunicare il dialogo a più voci tra gli strumenti attraverso un percorso che, partendo dalla formazione solista, si articola, sala dopo sala, presentando il duo, il trio, fino ad arrivare alle formazioni più ampie. Per esaltare l'essenza dei manufatti e risaltarne le qualità materiche ed estetiche, è stato scelto di ridurre al minimo l'ingombro dei supporti, appendendo al soffitto gli strumenti a corda, i più numerosi dell'intera collezione, tramite cavi di nylon. Per ogni manufatto sono stati previsti quattro ancoraggi, due superiori e due inferiori, che lo fissano nello spazio all'altezza dell'occhio umano. Costituiti da piccoli bracciali metallici, sagomati su misura e trattati con il neoprene per non danneggiare l'oggetto, gli ancoraggi avvolgono il riccio e la cordiera dello strumento, a cui sono collegati i cavi di nylon che fissano lo strumento ai binari sospesi a soffitto e al supporto di base.