Il tema progettuale è quello di proporre un ribaltamento dell’attenzione nei confronti di tutto l’entroterra del territorio di Reggio di Calabria, provando a non pensare a questa città solo lungo le sue coste ma pensare che ci sia un sistema di piccoli centri, di piccoli borghi dimenticati. È una riflessione sull’idea di come oggi il progetto architettonico, paesaggistico, strategico, possa essere l’occasione per dare un futuro possibile, attraverso un connubio tra paesaggio, architettura e il recupero del centro rurale. Lo scopo è stato quello di focalizzare l’attenzione ad un retro-città che non deve essere una periferia ma piuttosto un luogo che gode di ricchezze che vanno ad arricchire il nucleo della città stessa.
La città moderna di RC si presenta oggi con un’accentuata divisione tra centro e periferia, un centro pianificato di grande valenza storica ed una periferia informe e degradata attorno ad esso.Pertanto, il focus è stato il rapporto tra la fascia periurbana e il paesaggio agrario che la circonda e le fiumare come elemento di collegamento, mantenendo in costante continuità il rapporto tra il mare, la città e l’entroterra. Si è scelto d’intervenire e concentrarsi sulla fascia che comprende l’intera area attraversata dalla fiumara S. Agata dalla città fino alla motta, intesa come corridoio verde che parte dalla città e la connette fino all’entroterra. Lo scopo è stato inoltre quello di tutela del territorio da quelli che sono gli eventi catastrofici come alluvioni e terremoti, cercando di attuare una connessione tra azione di prevenzione e di previsione. L’intento del progetto è la funzionalità, la qualità, l’efficacia, espressione di un concetto di sicurezza, prevenzione, ma anche di restauro, memoria dei luoghi, qualità paesaggistica, permettendo ad un territorio come la Calabria di prepararsi a questi fenomeni applicando le buone pratiche dell’architettura resiliente, con la capacità di adattarsi ai cambiamenti, di conservazione della propria integrità e del proprio scopo fondamentale di fronte a una drastica modificazione delle circostanze.
Il progetto è un disegno del paesaggio futuro, inteso non come intervento puntuale ma come intervento strategico, col fine di migliorare la qualità dello spazio attraverso una rigenerazione resiliente del paesaggio agrario valorizzando l’esistente e utilizzando la riproduzione del sistema agricolo per il recupero delle condizioni naturali perdute, attraverso l’integrazione tra architettura e paesaggio, da un lato il paesaggio dell’acqua, della fiumara, dall’altro quello agrario. La strategia di riorganizzazione complessiva prevede la realizzazione di una cassa di espansione in modo da recuperare grandi quantità d’acqua e sfruttarla come una risorsa che può essere reimpiegata in agricoltura, soprattutto nei periodi di forte stress idrico; inoltre con la funzione a contribuire alla mitigazione del rischio idraulico della città e di controllo delle portate d’acqua durante i periodi di piena del torrente. Il tutto rafforzato da un paesaggio agrario ri-ammagliato e disegnato dalle nuove trame agrumicole e dalla viabilità minore che ne permettono la connessione e la multifunzionalità dello spazio stesso. All’interno di questo paesaggio il tema è anche la realizzazione di un Polo logistico per l’agricoltura. Qui è l’argine che diventa segno progettuale, concepito come una cinta muraria che scava, racchiude e identifica l’intero paesaggio; è inteso come un unico grande sistema che convoglia le attività dei piccoli produttori il quale accoglie le attività connesse alla lavorazione.