Archistart

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Innocenti Fab_Remember. Rethink. Reuse.

ATA2020

Tra il 1978 e il 1980 Gabriele Basilico lavora a una raccolta di fotografie della periferia di Milano che catturano i momenti della sua deindustrializzazione. Con “Ritratti di fabbriche” viene ricomposto un paesaggio marginale poco noto, lontano dalla costruzione dei nuovi edifici moderni e dalla frenesia milanese. Oggi molte delle fabbriche fotografate si trovano ancora nello stesso stato di abbandono, reduci e testimoni di una trasformazione urbana che è lo specchio della nostra società.
Non vogliamo leggere i vuoti urbani e le architetture -archeologia- industriali, immerse nel loro stato di degrado, come un fallimento ma piuttosto come una possibilità di rinascita, un’occasione di attingere al loro passato per creare il nostro futuro.


Questa convinzione si è consolidata sempre di più dal momento in cui il progetto per la riqualificazione degli ex stabilimenti Innocenti ha cominciato a prendere forma. Ci è stato chiaro fin dal nostro ingresso nel Palazzo di cristallo, tra vetri infranti che rompevano il silenzio, che quella fabbrica avesse una storia da raccontare. Degli stabilimenti Innocenti – chiusi definitivamente nel 1993 - rimane ben poco: la metà dell’area originaria, un paesaggio desolato e due dei quattro capannoni industriali dove venivano prodotte in serie Lambrette, Mini, giunti e tubi Innocenti e altre parti meccaniche. Questa ampia area vuota immersa nella vegetazione ha un incredibile potenziale: offrire un grande spazio da dedicare alla comunità e alle generazioni future. 
E allora, di cosa abbiamo bisogno? Cosa manca in un quartiere di confine? Come ricucire una frattura nella maglia urbana e renderla un polo attrattivo per la comunità? 
Verde, alberi, laghi e canali, aree per lo svago e per lo sport, iniziative collettive e private per la coltivazione di orti urbani dove i bambini possono cogliere i frutti e gli adulti ritrovare profumi dimenticati. Un museo sull’azienda Innocenti dove sono esposti le Lambrette e le Mini che hanno reso iconico il design italiano. Un grande spazio multifunzionale per imprese e studenti, conferenze ed eventi.


Considerata la vastità dell’area e delle zone prese in considerazione per il progetto si è deciso di approfondire nella tavola di concorso solamente i due oggetti principali di riqualificazione, ovvero il Palazzo di cristallo e gli orti urbani. Gli interventi per la fascia sportiva a nord, per il sistema del verde e delle acque e per la valorizzazione dello spazio sotto la Tangenziale vengono invece accennati nel masterplan. Si è cercato di trattare il sito come un catalizzatore di energia in grado di essere riattivato nel momento in cui torna finalmente a vivere e ad essere vissuto. Per questo al centro della nostra ricerca ci sono i binomi memoria e futuro sostenibile, esistente e nuovo, funzionalità e svago, natura e architettura. La conseguenza è stata lo sviluppo di un unico grande sistema che potesse offrire una nuova identità e dignità sia agli stabilimenti che al quartiere circostante.



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