Il progetto di tesi nasce dall’idea di voler contribuire allo sviluppo sostenibile delle zone collinari e montane (appenniniche, prealpine e alpine) e di voler realizzare un oggetto architettonico la cui caratteristica dell’eco sostenibilità ambientale faccia da protagonista anche e soprattutto dopo la realizzazione. Questa premessa fondamentale introduce il tema della tesi: le api. Le api sono l’anello fondamentale dell’intera catena alimentare ed hanno un ruolo importantissimo per il mantenimento della biodiversità. Oggi, più del 40% delle specie di invertebrati, che garantiscono l’impollinazione, sono a rischio estinzione, perciò l’obiettivo del progetto di tesi è quello di proteggerle attraverso la ripresa della pratica dell’apicoltura.
Bee the change prevede la realizzazione di un apiario mobile, un oggetto architettonico il cui compito è quello di proteggere gli alveari e le colonie delle api dal clima tipico delle zone montane. Per il concept di progetto le tipologie storiche di apiario studiate sono state quelle dell’apiario coperto e dell’apiario mobile e le parole chiave utilizzate sono state protezione, modularità e movimento. Tra i requisiti dell’apiario, infatti, vi è quello della smontabilità, prerogativa fondamentale per la sua mobilità dovuta alla transumanza, ovvero allo spostamento di un apiario da un luogo all'altro per seguire le fioriture. L’apiario, inoltre, deve poter cambiare configurazione (può assumere tre forme differenti con lo stesso numero di pezzi) in base alle esigenze climatiche del luogo ove è posto, alla stagione corrente e all’esposizione del sito. I cambi di configurazione sono garantiti dalla totale modularità della struttura per la quale è stato utilizzato un modulo base di 1x1m; attraverso l'aggregazione successiva di moduli si ottiene l’unità dell'apiario, che nella sua forma iconica si presenta come l’archetipo della casa. L’aggregarsi di più unità costituisce l'insieme. L'apicoltore decide quante unità assemblare e il tipo di configurazione da montare.
Il sistema costruttivo presenta una ripetizione di travi HEA, lunghe 2 metri, che accolgono due moduli di legno e che toccano direttamente sul terreno appositamente battuto e lievemente scavato. La struttura è composta da due articolazioni, una principale, costituita da moduli in legno XLAM collegati tra loro da cerniere intercettate da perni in acciaio lunghi 2 m, e una secondaria, costituita da tubi verticali in alluminio intercettati da collari di fissaggio che accolgono i tubi in orizzontale. Sia i tubi verticali che quelli orizzontali in alluminio hanno un modulo di 1 m con alcune eccezioni, pezzi speciali di 50 cm, e sono collegati tra loro da connettori interni. I pezzi speciali non riguardano solo i tubi di alluminio, ma anche il legno. Il legno ha un pezzo speciale alla base, che sostiene le arnie e le solleva da terra di circa 50 cm, e un pezzo speciale d'angolo, di 1 m di lunghezza e 1 m di altezza. Esistono due tipi di unità di legno per la base: una con il pezzo speciale che sostiene l'arnia e una che permette all'apicoltore di passare tra le arnie per facilitare il suo lavoro. Il materiale maggiormente utilizzato è l’X-LAM in abete rosso a cinque strati, seguono le travi HEA che presentano un peso di 35 kg/m, per un totale di circa 70 kg, tubi in alluminio colorati, con un peso di 9 kg/m circa, collare di fissaggio, che risulta essere un elemento fondamentale per tutta l’articolazione secondaria. Il volume di un apiario composto da 8 unità e da 10 arnie è pari a circa 16 metri cubi e risulta facilmente trasportabile su un pianale BCTR/140 con asse posteriore sterzante attaccato ad un mezzo agricolo, per agevolarne la mobilità nelle strade di campagna. I tubi di alluminio vengono colorati, alla stregua delle arnie, perché i colori aiutano le api ad orientarsi (le api riconoscono il giallo l’azzurro e il verde).