Proteggere un sito con valenza storica non deve sempre coincidere con la cristallizzazione all’interno di una “teca invisibile”, alla ricerca di un’immutata memoria di qualcosa che non è più, nella speranza di non perdere l’effetto emozionale provocato nell’osservatore. La salvaguardia dovrebbe avvenire attraverso la ricucitura tra antico e moderno all’interno di un paesaggio, grazie a una progettazione efficiente e consapevole, facendo così della stratificazione l’occasione utile per l’incremento della qualità urbana, per mezzo del riconoscimento al tessuto storico di un ruolo innovativo e centrale nella conservazione e trasmissione dei valori urbani e culturali.