Archistart

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by Archistart

Alessio Lamarca’s interview for IAH

What was IAH for you?

I joined IAHsummer2015 for fun, with the idea of ​​making a “training holiday”, an experience that would make me meet new people, with very different cultural backgrounds, and at the same time to deal with them within a creative process, sharing ideas and attitudes related to the passion we all participants had in common: architecture.
I must say that the outcomes went far beyond expectations for me. It was fun indeed: but a kind of fun to be taken seriously!
In my specific case I found myself working with a fantastic group, where everyone’s presence was crucial to achieve the result. And I’m quite convinced that if only one among Alexander, Aleksandra, Francesca, Jolta, Margot and Marvin was missing, the outcome would not have been the same. Ours was a slow creative process, rich in intense comparisons and funny moments, which allowed us to discover and to know each other day by day creating that strong connection among us, which then turned out to be a decisive factor.
So, if I had to respond to the question “What was IAH for you?”, I would say that it was an exciting and enriching experience that confirmed once again how awesome and meaningful is to sharing my passion with other people.

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Cosa ha rappresentato per te IAH?

Mi sono avvicinato all’esperienza di IAHsummer2015 per gioco, con in mente l’idea di fare una “vacanza formativa”, un’esperienza che mi permettesse di conoscere persone nuove, dotate di bagagli culturali molto diversi tra loro, e al tempo stesso di confrontarmi con esse all’interno del processo creativo, condividendo idee e attitudini legate alla passione che accomuna tutti i partecipanti: l’architettura.
Devo ammettere che gli esiti per me sono andati ben oltre le aspettative. Di fatto si è svolto tutto un po’ per gioco: un gioco preso sul serio!
Nel mio caso specifico mi sono trovato a lavorare con un gruppo fantastico, nel quale la presenza di ognuno è stata fondamentale per raggiungere il risultato ottenuto. E sono abbastanza convinto che se fosse mancato anche soltanto uno tra Alessandro, Aleksandra, Francesca, Jolta, Margot e Marvin, l’esito non sarebbe stato lo stesso. Il nostro è stato un processo creativo lento, ricco di confronti intensi e di momenti di divertimento, che ci hanno permesso di scoprirci e di conoscerci giorno dopo giorno creando quell’affiatamento, che poi si è rivelato essere un elemento determinante.
Ecco, se dovessi rispondere sinteticamente alla domanda “Cosa ha rappresentato per te IAH?”, direi che per me è stata un’esperienza entusiasmante e arricchente, che mi ha confermato ancora una volta la bellezza e il valore della condivisione delle proprie passioni con altre persone.

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As a winner of the workshop "IAHsummer15" tell us about the experience you are living in London at the DosArchitect studio that has selected you among the winners.

It was completely unexpected! I admit that the news of being selected by DOSarchitects for a three month internship initially surprised me a lot. Working abroad has always been my dream in the drawer, even before finishing my studies, so I was very excited about the offer, thinking of, why not, to the future potential  perspectives.
Now, after almost three months, I can start to make a judgement out of this brief experience. The opportunity offered by DOSarchitects was undoubtedly  a great chance  for me to grow professionally and to put myself into a dynamic and stimulating reality like London. From my point of view, I believe that embrace  a new job challenge is like a new start, as though having some experience behind, at least initially, it is always necessary to adapt to the new working environment. This is certainly more complicated when, for the first time, you find yourself having to relate to a context which is totally different from what you always belonged to, that you felt as “yours”. After the first settling period, you reach your equilibrium, and in this sense, a favorable working atmosphere plays a very important role, making your adventure exciting and stimulating you when trying to get it all. However, three months are not enough to comprehend completely the dynamics of a working place, but honestly at the moment it seems conditions are favorable for me to extend this experience …

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Da vincitore del workshop ”IAHsummer15” raccontaci l’esperienza che stai vivendo a Londra presso lo studio DosArchitect che ti ha selezionato tra i vincitori.

E’ stato del tutto inaspettato! Ammetto che la notizia di essere stato selezionato da DOSarchitects per un internship di tre mesi mi abbia inizialmente sorpreso non poco. Partire per un’esperienza lavorativa all’estero è sempre stato il mio sogno nel cassetto, ancora prima di concludere il mio percorso di studi, quindi ho colto con estremo entusiasmo l’offerta che mi è stata fatta, pensando, perché no, anche alle nuove prospettive che si sarebbero potute aprire in seguito.
Arrivati a questo punto, dopo quasi tre mesi, posso cominciare a tirare le somme di questa breve esperienza. L’opportunità offertami da DOSarchitects rappresenta senza dubbio una grande occasione per me per crescere professionalmente e per confrontarmi con una realtà dinamica e stimolante come quella londinese.  Dal mio punto di vista, credo che intraprendere una nuova avventura lavorativa sia un po’ come iniziare da capo, pur avendo qualche esperienza alle spalle, quindi, inizialmente, è sempre necessario un periodo di adattamento al nuovo habitat lavorativo. Questo è certamente più complicato quando, per la prima volta, ti ritrovi a doverti relazionare con un contesto differente da quello che ti è sempre appartenuto, che sentivi “tuo”. Tuttavia, dopo il primo periodo di assestamento poi raggiungi il tuo equilibrio, e in questo senso l’atmosfera lavorativa favorevole gioca un ruolo molto importante, rendendo la tua avventura entusiasmante e stimolandoti nel cercare di cogliere il meglio. Tre mesi non sono comunque sufficienti per calarsi completamente nelle dinamiche di un ufficio, ma sembra che al momento ci siano le condizioni per farlo, prolungando questa esperienza…

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Tell us the IAH spirit in a few words ..

I think the peculiar characteristic of IAH is its intrinsic experiential value, i.e. the chance you have to build a TEAM and to make everyone feel part of it, alternating working and leisure times that allow the creation of connections in every single team, as well as in the great group of participants overall. So if I think of IAH spirit, three words come up to my mind first: FUN, SHARING, PASSION. I think the success of the IAH project derives from these aspects: the desire to work and have fun at the same time, the ability to stimulate participants to share and confront with each other, and finally the passion for architecture, shown not only by participants, but also by the creators of the workshop that launched this format and have been running this event year by year, adopting the motto “Work hard, but party harder”, which perfectly describes the spirit of IAH indeed.

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Raccontaci lo spirito IAH in poche parole..

Credo che la peculiarità di IAH sia proprio rappresentata dal suo valore esperienziale intrinseco, ovvero dalla sua capacità di favorire la costruzione del GRUPPO e di far sentire ognuno parte di esso, alternando momenti di lavoro e di svago che permettono la creazione di legami a livello di ogni singolo team, ma anche nell’ottica complessiva del macro-gruppo. Quindi se penso allo spirito che caratterizza IAH mi vengono in mente tre parole prima di altre: DIVERTIMENTO, CONDIVISIONE, PASSIONE. Penso che il successo del progetto IAH derivi proprio da questi aspetti: la voglia di lavorare divertendosi, la capacità di stimolare i partecipanti alla condivisione e al confronto e, infine, la passione, non solo per l’architettura, ma anche la passione dimostrata da tutti coloro che il progetto l’hanno ideato e che lo portano avanti ogni anno, adottando il motto “Work hard, but party harder” che descrive perfettamente lo spirito di IAH.

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