Nearly 47,000 people are homeless in the Los Angeles County area. This number has increased by 5.7 per cent from 2015 and the problem has become a countrywide epidemic where over 500,000 people are homeless: the need for new housing solutions grows more pressing day after day. In this dramatic scenario, students at the University of Southern California’s School of Architecture have conceived a series of shelters for homeless people, ranging from a shopping cart converted into a tent structure to a tiny house made of scavenged material.
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Nell’area della contea di Los Angeles i senzatetto sono quasi 47.000. Questo numero è aumentato del 5,7% rispetto al 2015 ed il problema è diventato un’epidemia a livello nazionale, nel quale oltre 500.000 persone non hanno una casa: la necessità di nuove soluzioni abitative diventa più pressante giorno dopo giorno. In questo drammatico scenario, gli studenti della School of Architecture della University of Southern California hanno ideato una serie di rifugi per senzatetto, che vanno da un carrello della spesa trasformato in una tenda a una piccola casa fatta di materiale riciclato.
The course was called Homeless Studio and it was aimed to investigate the architect’s role in homelessness and devise solutions for this rapidly growing homeless population in Los Angeles and beyond. The studio was backed by The Martin Architecture and Design Workshop (Madworkshop), a Santa Monica-based nonprofit organisation that supports young, socially minded designers through fellowships and education programs.
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Il corso si chiamava Homeless Studio e aveva lo scopo di indagare il ruolo dell’architetto nel campo dei senzatetto e ideare soluzioni per questa popolazione in rapida crescita di senzatetto a Los Angeles e oltre. Lo studio è stato sostenuto da Martin Architecture and Design Workshop (Madworkshop), un’organizzazione no-profit con sede a Santa Monica che supporta giovani designer orientati al sociale attraverso borse di studio e programmi di formazione.
The course consisted of three separate projects, ranging from creating movable shelters to designing a modular housing complex; the first project asked students to develop full-scale, nomadic shelters that could be collapsed and reassembled in a variety of contexts, using materials what someone can easily gain living on the streets. After that, students conceived three micro dwellings as part of a one-week-long workshop led by Gregory Kloehn (an Oakland-based artist and tiny house builder) and they had to scavenge the city for material to construct the dwellings, working collaboratively for the final project: a 30-bed shelter for the Hope of the Valley Rescue Mission, consisting of modular units measuring 8.5 square metres each with some hosting bedrooms, while others are combined to form bathroom facilities and communal rooms. The complex also is designed to have outdoor terraces and courtyards.
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Il corso consisteva in tre progetti separati, che andavano dalla creazione di rifugi mobili alla progettazione di un complesso abitativo modulare; il primo progetto gli studenti hanno dovuto sviluppare un modello di rifugi per nomadi su larga scala scomponibili e riproponibili in una varietà di contesti, usando materiali che qualcuno può facilmente rimediare vivendo per le strade. Successivamente, gli studenti hanno concepito tre micro abitazioni come parte di un seminario di una settimana guidato da Gregory Kloehn (un artista con sede a Oakland e piccolo costruttore di case) e hanno dovuto cercare per la città il materiale per costruire le abitazioni, lavorando in modo collaborativo per il progetto finale: un rifugio da 30 letti per la missione Hope of the Valley, composto da unità modulari di 8,5 metri quadrati ciascuna con alcune ospitanti camere da letto, mentre altre sono combinate per formare servizi igienici e stanze comuni. Il complesso è anche progettato per avere terrazze all’aperto e cortili.
“The Homeless Studio set out to investigate solutions to an important and pressing issue in our cities” said Sofia Borges, faculty member at university and Madworkshop director, “As designers, we have the power to make a difference, and the students realised that through the course of the semester”.
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“L’Homeless Studio ha deciso di cercare soluzioni per un problema importante e urgente nelle nostre città”, ha detto Sofia Borges, membro della facoltà all’università e direttore del Madworkshop, “Come designer, abbiamo il potere di fare la differenza, e gli studenti l’hanno capito attraverso il corso del semestre”.
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