Archistart prosegue la propria ricerca e sperimentazione di procedure concorsuali, riproponendo il concorso di idee come miglior mezzo per elevare la qualità dei progetti. In questa occasione la sfida è condivisa con un privato, Sardi Immobiliare, che ha creduto nel format promosso da Archistart e nel potenziale progettuale che possono esprimere le giovani energie professionali del panorama italiano. Archistart, ha promosso un concorso di idee su invito per la riqualificazione di Borgo Paraelios, complesso alberghiero situato nei Comuni di Poggio Catino, Forano e Cantalupo in provincia di Rieti. Un investimento privato, promosso da Sardi Immobiliare, diviene l’occasione di un innovativo progetto di recupero e valorizzazione di un’area ricettiva con grandi potenzialità e inserita in un contesto paesaggistico di pregio. L’obiettivo di dare vita ad un nuovo polo turistico-ricettivo diviene il tema del concorso di idee, scelto come strumento migliore per far emergere progetti di qualità e caratterizzati da un elevato grado di innovazione.
Questa sfida è stata affidata ad Archistart che insieme a 10 giovani eccellenze del panorama architettonico italiano, ha elaborato proposte progettuali innovative e diversificate che rappresenteranno il punto di partenza per lo sviluppo immobiliare.
Gli studi coinvolti nel processo sono: Atelier Quagliotto (Latina); Biro+ (Bari); Ellevuelle (Modigliana (FC)); Iosa (Bari); Lado (Bologna); Margine (Roma-Lecce); OKS (Firenze); OPPS architettura (Firenze); Spaziozero atelier (Cagliari); TA.R.I (Roma).
I vincitori
1° posto
Nell’evento di presentazione dei progetti (Borgo Paraelios Exhibit) presso ‘La casa del cinema di Roma’ lo scorso 8 febbraio sono stati annunciati i progetti vincitori. Ad aggiudicarsi il primo premio è lo studio Biro+ il cui progetto si è distinto in quanto ha immaginato uno sviluppo della struttura ricettiva fortemente identitario e riconoscibile, valorizzando l’intento degli investitori di realizzare un parco termale innovativo.
Il progetto evidenzia, come obiettivo principale, la volontà di integrarsi perfettamente con la preesistenza e quindi con gli edifici già facenti parte del complesso alberghiero, ma allo stesso tempo di integrarsi con il paesaggio rurale e la morfologia stessa del terreno. Tutto ciò avviene grazie alla predilezione per alcuni scenari naturalistici, alla valutazione che il progetto effettua nei riguardi dell’impatto sul territorio cercando di garantire un’esperienza termale e di villeggiatura integrata con la natura stessa. Le scelte progettuali dalle quali emerge un’attenta riflessione sul tema della connessione con la preesistenza e con il contesto di riferimento sono: la posizione del nuovo complesso – l’edificio principale è infatti disposto in posizione arretrata rispetto alla strada comunale di ingresso, in virtù di una migliore esposizione e affaccio sul paesaggio; la relazione con la morfologia del terreno – l’innesto degli edifici lungo il declivio garantisce una bassa quantità di vegetazione esistente da estirpare; la scelta dei materiali – un’accurata scelta dei materiali di rivestimento che ricordano i toni della terra e della roccia; la connessione con la preesistenza – il filo conduttore individuato dal progetto è l’acqua, che fin dall’accoglienza accompagna il visitatore all’interno del parco termale, connettendolo ai nuovi edifici componenti l’albergo. L’area di accoglienza, collocandosi ad una quota superiore rispetto alle preesistenze, rappresenta il centro di snodo principale di tutto il nuovo complesso, grazie alla sua terrazza panoramica, ad un punto di ristoro che costituisce il volume di sostegno alla copertura e l’edificio circolare della reception. Quest’ultimo assume il ruolo di vero punto di snodo e distribuzione di tutte le funzioni del complesso termale con la sala conferenze, le terme, l’albergo, i punti ristoro e svago, e i servizi, costituendo inoltre il punto di connessione con l’edificio preesistente e le attività da esso ospitate (ristorante, area fitness, albergo).
Il sistema delle camere, rispettando le richieste quantitative del bando, trova il suo punto di forza nel basso impatto ambientale dei due macro sistemi insediativi. Anche in questo caso l’acqua è protagonista del rapporto tra natura e costruito, come vero e proprio elemento di connessione che rispetta la vocazione naturale di questi luoghi assicurando al fruitore pace, tranquillità e benessere. Ottima anche la scelta dei rivestimenti interni delle camere che sembrano riprendere i toni caldi della natura circostante: boiserie in legno e intonaci pigmentati incorniciano ampie vetrate per massimizzare il rapporto con il paesaggio.
2° posto
Ad aggiudicarsi il secondo è stato lo studio LADO architetti
Anche questo secondo progetto pone l’attenzione sull’analisi della complessità ambientale e morfologica del luogo come base e punto di partenza del processo di ideazione e configurazione del progetto. La proposta infatti evidenzia la ricerca di un’architettura che rispetti ma al tempo stesso valorizzi l’ambiente naturale inserendosi delicatezza nel contesto.
Le scelte progettuali più significative riguardano: la sezione – il progetto si sviluppa principalmente in sezione per assecondare la morfologia della collina e ricercare l’esposizione solare migliore offrendo agli spazi costruiti la visuale verso la campagna; l’indipendenza – connessione dei vari elementi – l’area “welcome”, il parco termale e l’albergo si presentano infatti come elementi indipendenti e distinti dal punto di vista materico, ma al contempo funzionalmente connessi tra loro e con gli edifici esistenti, grazie ai collegamenti pavimentati alternati alle vasche d’acqua, anch’esse fulcro centrale del progetto. Le nuove architetture sono infatti collegate con gli edifici esistenti tramite percorsi e rampe pedonali, coperti o scoperti a seconda delle situazioni e delle esigenze funzionali; il ruolo dell’acqua – le vasche d’acqua rappresentano il punto di partenza dell’esperienza del visitatore e si identificano come una sorta di riferimento assoluto e orientamento all’interno del complesso architettonico.
3° posto
Ad aggiudicarsi il terzo è stato lo studio OPPS architettura
Questa terza proposta progettuale si basa a sua volta sul tema dell’avvicinamento al paesaggio come sistema dentro il quale inserirsi, in modo che il progetto venga assorbito all’interno della morfologia costituita con un’architettura che rispetti ma al tempo stesso valorizzi l’ambiente naturale nel quale si inserisce.
Le scelte progettuali più significative riguardano: il concetto di fessure nel paesaggio – la logica di mimetizzarsi ma anche quella di bilanciare una situazione di forte pendenza del terreno attraverso una soluzione che equilibri sterri e riporti; il dialogo dei materiali – il progetto assimila la tecnologia costruttiva del calcestruzzo stratificato additivato in pasta come memoria del colore e della texture del terre del luogo mentre il legno emerge come elemento complementare. Il suo calore e la sua connotazione viva si propone di mediare la forza del calcestruzzo e della pietra arenaria utilizzata per la piazza, la terrazza termale e le pavimentazioni interne. Questi tre materiali cercano l’inserimento e il continuo dialogo con i materiali alla base del progetto: l’acqua e la natura.