Gli eventi naturali degli ultimi anni pongono all’attenzione l’importanza del buon costruire in siti problematici. I cambiamenti nel tempo fanno diventare parti di città organismi architettonici obsoleti, incapaci di modificarsi. A tal fine la tecnologia del Support Infill permette di pensare un organismo architettonico prevedendo operazioni di addizioni e sottrazioni, senza la necessità di occupare nuove aree all’interno della città.
La parola FLYVE non esiste. Essa è il collegamento tra la parola FLY e la parola LIVE: la prima simboleggia il desiderio che Camerino ha di tornare a volare dopo il brutto evento di qualche anno fa; la seconda rafforza il concetto di tornare a vivere e farlo anche attraverso la spinta che questo dispositivo può dare. La forma si modella ed assume il suo aspetto finale attraverso l'intrecciarsi di diversi parametri quali orientamento, panoramicità, orografia, apertura verso la vallata, etc.. Obiettivo del progetto è la realizzazione di 300 residenze universitarie per studenti poichè in questo periodo ho voluto dare risposta ad una situazione di crisi che l'Università di Camerino sta vivendo. Il concetto su cui però la mia tesi ruota è quello di flessibilità, attraverso la quale ottenere non un architettura ma un dispositivo che permetta di dare risposta a diverse destinazioni d'uso e funzioni.
L'edificio, complessivamente, ha 4 blocchi principali ed un blocco semicircolare che li collega tutti. Ogni blocco, eccetto quello di collegamento, è diviso spazialmente in 2 parti: la parte dello spazio privato (ad est) e la parte dello spazio pubblico (ad ovest). Il concetto di flessibilità viene espresso nello spazio pubblico attraverso lo studio di una struttura principale in acciaio, capace di mantenere sopra di essa pannelli mobili (bullonati sopra le travi secondarie) in grado di formare spazi vivibili sempre diversi e modulabili. Lo spazio pubblico è capace di cambiare in continuazione..
The Board:
