Può un muro carcerario abbattere i concetti di solidità, divisione e isolamento e divenire manifesto di umanità, libertà e collaborazione?
“Alveare” vuole provarci. Partendo dal concetto dell’alveare e dell’operosità l’opera si manifesta come una grande parete auto-portante di moduli esagonali concavi in legno di 50cm x 50cm sovrapponibili, accostabili e movibili. L’intervento è però molto più ambizioso: vuole divenire mezzo per coltivare i concetti d’impegno e collaborazione, vuole essere manifesto di nuove libertà personali e collettive e vuole infine favorire relazioni d’incontro e scambio con il mondo esterno. Tutti aspetti che saranno poi fondamentali per una futura, reale e dignitosa reintegrazione dei detenuti nella società.
The Board:
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