L’intervento consiste nel recupero dello stabilimento industriale dell’ex Pastificio Pedone sito in Corigliano d’Otranto (Lecce). Esso risale al 1908, anno in cui la società Gervasi, Papuli & Co fonda la sua attività di tipo molitorio. Nel corso degli anni subisce periodi di prosperità e di depressione, cambi di gestione e alterazioni della struttura originaria, fino alla sua chiusura definitiva negli anni ‘80. Ad oggi l’edificio si presenta in una condizione di degrado e abbandono che non ne permette la fruizione. Il progetto di tesi mira a un recupero dello stabilimento che diventa parte del contesto storico in cui è inserito, non solo a livello comunale ma a servizio di un territorio più grande, quello della Grecìa Salentina.
L’idea dell’intervento nasce dall’esigenza del territorio della Grecìa Salentina di avere una sede amministrativa apposita e un centro a cui riferirsi allo scopo di contribuire alla valorizzazione della cultura attraverso la ricerca. Esso è inserito appositamente all’interno di un contesto storico-turistico con un’operazione di recupero di un edificio appartenente al patrimonio storico artistico del comune. L’obiettivo è quello di rifunzionalizzare un'architettura connessa simbolicamente con il passato, riconvertendo la sua originaria destinazione di manufatto industriale in spazio di ricerca finalizzato a trasmettere la memoria al futuro. La prima fase ha previsto lo studio e l’individuazione dei volumi superfetativi e di conseguenza la loro demolizione, per lasciar spazio alla sovrascrittura. Il nuovo volume dalle forme pure si accosta alla preesistenza senza sovrastarla e si lega al contesto grazie all’utilizzo del tipico materiale da costruzione salentino: la pietra leccese. I due volumi sono legati da un sistema di percorsi esterni pubblici che attraversano l’edificio e permettono di raggiungere le terrazze alle varie quote. All’interno, invece, l’incontro tra i volumi si snoda in uno spazio a tutta altezza adibito ad hall da cui hanno origine i percorsi interni espositivi e del centro di ricerca.
Lo spazio espositivo è pensato come un contenitore che si accosta alla preesistenza e si sviluppa su due livelli. Il primo livello è costituito da un open space destinato ad esposizioni temporanee, dando origine ad uno spazio flessibile per mostre fotografiche o installazioni. Il piano superiore è costituito da una sequenza di stanze “sospese” e servite da una passerella. Esse ospitano le esposizioni audiovisive e interattive. Gli interventi relativi alla porzione antica dell’edificio, invece, sono mirati alla conservazione e alla valorizzazione degli spazi voltati a stella inserendo al loro interno le funzioni utili al centro di ricerca.