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ARCHITETTURE VACANTI: riqualificazione e valorizzazione dell’area archeologica di Chieti alta e recupero dell’ex Caserma Bucciante

ATA2019

Il lavoro di tesi riguarda la riqualificazione del centro storico di Chieti attraverso due assi d’intervento principali: la valorizzazione del patrimonio archeologico a fini turistici e la collocazione di spazi universitari per la didattica e la ricerca. Allo stato di degrado e di sottoutilizzo degli spazi urbani, si associa la scarsa vitalità della città causata da uno spopolamento da parte dei giovani, soprattutto perché il Campus Universitario è collocato nella piana, e il centro storico è escluso dai flussi degli studenti. Il riuso di spazi e architetture vacanti è strategico al raggiungimento di questi obiettivi perché la città alta è ricca di risorse storico culturali e di un patrimonio archeologico meritevole di valorizzazione.


Il progetto intende riqualificare la sintassi tra le epoche storiche rivelando l’invisibile e connettendolo alla città visibile, con la rete di cisterne e acquedotti sotterranei che si evolvono per diventare spazi urbani di attraversamento. Il Corso Marrucino (asse principale del centro storico) si fa ipertesto di accesso ai diversi elementi di valore e archeologici, anche grazie all’installazione di gates per scendere e fruire la città invisibile. Il progetto ricostruisce il sistema circolatorio, mettendo in valore la rete delle cisterne e degli acquedotti sotterranei (Cisterna in Via Gizzi e Via Tecta) con il sistema pubblico visibile che si fa telaio e messa a sistema dei gates di accesso che vengono riscoperti e riqualificati.


Il progetto urbano costruisce un complesso telaio di spazi visibili e ipogei, e approfondisce l’intervento sull’ex Caserma Bucciante che si traduce nel recupero del corpo di fabbrica principale e nella realizzazione di una nuova volumetria sul sedime di possibili demolizioni (previste dal piano). L’idea che rinnova il complesso è che il Dipartimento di Archeologia, sito a Chieti Scalo, potrebbe spostarsi trovando collocazione nella fabbrica esistente insieme ad altre funzioni; nel nuovo volume, invece, si propone un centro di ricerca per il restauro archeologico. Ciò che caratterizza la morfologia di questo nuovo innesto – connesso alla preesistenza ad una quota ipogea con la funzione di galleria espositiva dei manufatti archeologici – è che il volume si presenta come emergere dal suolo, risarcendo uno scarto di 4 metri dal livello della strada, in modo da essere abitato all’interno e fruito in copertura come grande piazza flessibile.



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Luca Petruccelli

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