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Bovisa: la città degli studenti

ATA2019

Il parco La Goccia è situato nella zona occidentale del quartiere Bovisa nella prima periferia di Milano. Chiamato La Goccia per la sua caratteristica forma che lo contraddistingue, è un luogo conosciuto solo per essere l’area dove sorgono i due imponenti gasometri, ma in realtà è uno spazio verde molto vasto nascosto dalla vecchia recinzione e dai binari della ferrovia che gli corrono tutt’intorno. Dagli anni Novanta il parco è ufficialmente considerato un’ area industriale e si presenta come un grande vuoto urbano da riqualificare. Negli anni la zona è lasciata allo sbaraglio e la natura ha preso il sopravvento sui fabbricati così che è nato il Bosco La Goccia, in grado di rivaleggiare per dimensioni con il Parco Sempione.


L’intenzione progettuale è quella di spostare l’attenzione dal centro di Bovisa al parco: ci si concentra sulla trasformazione della zona, da area di nessuno a quartiere di Bovisa con una nuova funzione e identità. La riqualifica e progettazione del bosco pone due possibili soluzioni a livello urbano: la connessione a tutto ciò che lo circonda, o la definizione di un nuovo limite. L’archeologia industriale e i manufatti che sono arrivati a noi hanno determinato la scelta di esaltare la chiusura dell’area così da mantenere la memoria di quello che è stato dalla sua nascita, ovvero una città autonoma. Le analisi, le interviste e gli studi effettuati portano alla luce la necessità di spazi dedicati agli studenti e ai giovani, che sono i maggiori fruitori di Bovisa, dall’arrivo del Politecnico. La città industriale del parco si trasforma quindi nella Città degli Studenti. Racchiusa nello spazio formale di un segno circolare, che è il nuovo limite definito, si struttura al suo interno un sistema urbano razionale e stabile che va a pianificare un’area ricca di storia e identità. Come le antiche città murate in cui la vita e le risorse erano tutte stanziate all’interno delle mura, come nelle città ideali del Rinascimento - come la Sforzinda del Filarete - come le cittadelle militari all’interno delle aree urbane, così la città per studenti nella Bovisa coglie il problema dell’isolamento dovuto alla cerchia dei binari e interpreta il tema dell’autosufficienza e della forma conclusa.


La storia del sito e l’importanza dei monumenti di archeologia industriale che contiene, hanno accompagnato e rafforzato la scelta di esaltare la delimitazione dell’area. L’isolamento della zona diventa per noi il privilegio di progetto: la circolarità del Foro Bonaparte dell’Antolini è stato il riferimento analogico privilegiato. Sono stati presi in considerazione anche il progetto per la città del riposo di Mel’nikov nell’area verde di Mosca, e l’opera astratta di Mondrian, per i tracciati stradali storici basati sull’assetto del cardo e decumano romani. La storia e l’importanza identitaria del luogo definiscono l’immagine di quello spazio. Guardare e osservare la città non è semplice, come afferma Lynch, poichè non esiste un’immagine sola, ma ne esistono tante. Ogni persona produce un’immagine propria di città. Il progetto si fonda sull’ esistente, sulla sua storia e su un segno formale geometrico ben preciso che determina l’attenzione sul tema del limite, il quale diventa il luogo vissuto dagli abitanti della città in vari modi a seconda del contesto in cui ci si trova, da abitazione a passaggio sopraelevato a percorso naturale. E’ la volonta di donare al quartiere un’immagine nuova, non solo presente ma anche futura.



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Bovisa: la città degli studenti Board
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Martina Morelli & Vittoria Mazzanti

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