Lavorare da casa: suona come una condizione idilliaca, la soluzione allo stress da ufficio. La realtà, però, è diversa: produrre risultati professionali ottimali non è scontato, se immersi in un ambiente che riporta le tracce della vita domestica e familiare. E’ necessario ritagliarvi un confine che permetta la coesistenza di due attività ben distinte tra loro: fuori il confine il riposo, dentro la concentrazione produttiva.
Il progetto CasAzumaya prende il nome dall’azumaya, che nell’architettura giapponese del paesaggio è un padiglione dedicato alla contemplazione durante le passeggiate nei giardini. Come l’azumaya ferma il flusso costante del paesaggio, così CasAzumaya ritaglia un’oasi di concentrazione all’interno dello spazio-casa.
CasAzumaya non modifica in modo permanente l'organizzazione dello spazio ma resta un elemento flessibile, come tale deve essere la vita di ognuno di noi, nel 2020. E' un progetto che vuole adattarsi a tutti i tipi di ambienti: è una coppia di moduli, quello da interno a soffitto e quello da esterno trasportabile e a pavimento, formati ciascuno da un elemento di arredo componibile seduta/tavolo e da un sistema di pannelli scorrevoli in listelli di legno. Il filtro che si crea dispone di una trama variabile di pieni/vuoti, che diventa più o meno permeabile a seconda della sovrapposizione tra i layer dei pannelli, che scorrono su due binari affiancati. Le pareti del modulo abbracciano, dunque, la postazione lavorativa, che viene così resa un'isola in cui diventa più facile e piacevole concentrarsi, che assicura lo sfondo perfetto per le videochiamate con i colleghi, che taglia fuori le distrazioni e il disordine tipico di una casa di due giovani lavoratori, perché 24 ore al giorno non bastano a nessuno per essere perfetti. Una volta chiusi i pannelli, CasAzumaya torna a essere semplicemente un elemento discreto dell'arredo domestico, permettendo alla sfera privata di restare separata da quella lavorativa, che svanisce non lasciando traccia.
The Board:
