Cosa fa di una testimonianza del passato storico un fondamento per il progetto di architettura della città contemporanea? Il lavoro di tesi affronta il tema svincolandosi dall’idea di testimonianza intesa come elemento monumentale isolato e ritenendo ancor più significative, al fine della comprensione e attualizzazione della storia di un luogo, le relazioni tra gli oggetti, tra presenze monumentali diverse, tra gli edifici, stratigrafie di terra e stratigrafie degli elevati (Ricci,1990).
La città di Granada si pone come caso studio emblematico dove il complesso monumentale Alhambra-Generalife, per la prima volta, è letto non più come una stella che brilla di luce propria e che anche storicamente imponeva la sua fortezza militare sulla città e la Sierra Nevada, ma come una costellazione di stelle che ne rivelano, al contrario, un retroscena inatteso fatto di legami profondi, sia fisici che spirituali, con il suo ricco ‘paesaggio culturale’, ignorato nel corso dei secoli. Si individua, così, come comune denominatore tra l’Alhambra e la città andalusa, un terzo elemento: il Parco Dehesa del Generalife, in passato per i sultani luogo di caccia, coltura e rifornimento d’acqua, oggi occasione di una lettura contemporanea innovativa per le sue risorse archeologiche, paesaggistiche e etnologiche.
L’idea di un intervento sviluppato sul territorio storico in forma di progetto di architettura e di paesaggio muove dalle direttive del ‘Plan Director de la Alhambra 2007-2020’, che propone una lettura del Monumento come parte di un contesto più ampio, dove il Parco è parte integrante del ‘territorio Alhambra’ e supera l’idea tradizionale di una cittadella palatina racchiusa tra le sue mura. La sperimentazione progettuale mette in luce del Parco Dehesa un grande potenziale strategico di relazioni interscalari tra le parti che compongono tanto la città quanto l’Alhambra; alla scala territoriale, il Parco copre 458 ettari di estensione oltre la Sabika, dove sorge l’Alhambra;
alla scala urbana, la sua prossimità al centro urbano è tale da acquisire la denominazione di “Parco periurbano; alla scala architettonica, emerge una componente antropica plurisecolare del Dehesa. Il primo dei tre livelli, coinvolge elementi naturalistici e unicità orografiche che, a partire dal paesaggio bucolico del Dehesa, raggiungono la città e l’Alhambra sotto forma di belvederi panoramici, giardini, ingegnosi acquedotti e maestose fontane. Al secondo livello, è legato il tema dell’accessibilità al Parco dal tessuto urbano, che mette a sistema un cospicuo numero di sentieri del Dehesa con i percorsi che consentono l’accesso all’Alhambra. Il terzo livello di studio comprende i resti archeologici, che costellano il Parco ma che, seppur coevi all’Alhambra, non rientrano nell’attuale percorso di visita a circuito chiuso della cittadella rossa, negando a turisti e cittadini buona parte della storia della dinastia nasride. A partire da questa impostazione strategica, prende corpo il progetto diffuso di un Parco aperto. I singoli progetti mettono in tensione i livelli della strategia e generano nuovi spazi pubblici al limite tra storia e natura, a diretta fruizione da parte della città.
La costellazione Alhambra costruisce concretamente la possibilità di scoprire originali e inaspettate interferenze con il tessuto contemporaneo, colmando i vuoti di un’identità collettiva plurisecolare e fortificando le peculiarità della terra stratificata che le ha generate.