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Deserti urbani, la città rimossa del parcheggio a raso

ATA2020

L’uomo ha da sempre avuto il desiderio di trasportare se stesso e la propria merce, costruendo veicoli sempre più sofisticati atti a tale scopo; non è stata di certo l’invenzione dell’automobile, da parte di Karl Benz, ad introdurre un problema nuovo nelle nostre città, perché già dall’Impero Romano, con Giulio Cesare, venivano introdotte a Roma norme affini a quelle delle nostre ZTL, o ancora nella New York del Seicento veniva istituito un sistema di rimozione degli animali parcheggiati in divieto di sosta.


La convivenza tra l’uomo e i suoi mezzi di trasporto è quindi a torto oggi considerata come la causa dell’alienazione dello spazio urbano contemporaneo, perché se è vero che la quantità dei veicoli attuali non può essere paragonata a quella dell’antichità, è anche vero che non può la sola presenza del mezzo di trasporto dequalificare a tal punto lo spazio senza che il progetto architettonico possa realmente far nulla a riguardo. Inoltre, le soluzioni che prevedono la pedonalizzazione delle strade e l’interramento dei parcheggi nelle città storiche, come ad esempio Roma, sono soluzioni di facciata che interessano parti irrisorie di città; nelle restanti, soprattutto quelle periferiche, i parcheggi a raso proliferano e diventano sempre più grandi, influenzando con il loro “non essere città” la vita di moltissimi cittadini che accanto a questi spazi sono obbligati a vivere.


Questa tesi, che si propone di ripensare in termini architettonici i grandi parcheggi urbani senza dover con questo rimuovere da essi i veicoli (soluzione che sposterebbe solo il problema da un’altra parte), muove dalla convinzione che questi spazi, occupando vaste porzioni di territorio, debbano rientrare a pieno titolo tra gli spazi della città abitata e come tali debbano essere progettati, superando quel pensiero che li vuole condannati ad essere soltanto spazi ausiliari, funzionali, residuali, spazi in cui l’uomo dovrebbe teoricamente vivere poco e nei quali invece si trova quotidianamente immerso.



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