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Flying Places. Ridefinizione del Waterfront della città di Catania, fra Natura e Architettura.

ATA2019

Il presente lavoro propone una riflessione su uno dei temi emergenti delle politiche urbane contemporanee: il recupero dei waterfront, riguardando, in particolare, la ridefinizione del waterfront della città di Catania.
Catania è montagna e mare. Infatti, Catania è un’antica città portuale che si affaccia sullo Ionio ed è situata ai piedi dell’Etna. Fra Catania e l’Etna c’è un legame indissolubile: il vulcano domina la città condizionandone il paesaggio, oltre la sua storia urbana segnata soprattutto da devastanti eruzioni. Flying Places si propone, dunque, di dare un nuovo fronte mare alla città di Catania nella comprensione e nel rispetto del genius loci.


Il nuovo waterfront per Catania non è una semplice linea di demarcazione, bensì un landmark, una rete di luoghi, funzioni, innesti e ricuciture tra la costa e la città, tra il porto e le attività urbane. Un organismo complesso che si prolunga anche nell’entroterra, una cerniera tra terra ed acqua, possibile attraverso il prolungamento degli assi viari del tessuto urbano esistente e l’allineamento con gli isolati, la creazione di un’ampia zona pedonale grazie all’interramento della viabilità stradale e quella ferroviaria, che cede la sua vecchia sede sugli archi della Marina ad un sostenibile e panoramico sistema di Mini-Metro. Qui il verde non è arredo urbano, ma elemento di ricucitura tra città e ambiente naturale, divenendo fattore di riequilibrio dell’ecosistema urbano. Il nuovo fronte urbano è una mixité funzionale che si integra con il tessuto urbano esistente, trasformando ciò che ad oggi produceva “cesura” in elementi di “continuità” del paesaggio urbano. La grande cinta ferrata, infatti, da ostacolo e limite al rapporto fra città e mare, diventa una Greenbelt, una fascia verde rigeneratrice di un rinnovato sodalizio con il paesaggio: un doppio livello di viabilità si diparte rispettivamente al di sotto e al di sopra della cintura verde, l’uno si radica al suolo di lava, l’altro s’innalza verso il cielo e verso la città, in omaggio al profilo emergente dell’Etna, ricercando una nuova sintesi fra esistente e nuovo, fra porto e vulcano, fra Natura e Architettura.


Il nuovo waterfront è costituito dai Flying Places: un suolo di lava “modellato”, che senza intenti “distruttivi”, vuole riplasmare parte della città, intervenendo sui complessi caratteri economico-sociali che la contraddistinguono, restituendo l’identità perduta del luogo. Il mantenimento dell’edificio storico della Vecchia Dogana, che viene quasi integralmente mantenuto, aprendo la corte di levante - che accoglie il Museo della Lava con il giardino tematico etneo - verso la città, vuole rinsaldare il forte legame fra tradizione e innovazione. Forte è la relazione dei Flying Places con il versante dell’Etna, con la cosiddetta "Sciara", non solo da un punto di vista materico (uso di pietra lavica nella zona di progetto), ma soprattutto dal punto di vista morfologico e temporale. Infatti, i nuovi edifici sorgono sul tracciato della lontana, ma sempre presente dal punto di vista emotivo, sciara del 1669, al fiume di lava che dai Monti Rossi è scesa fino al mare, attraversando la città di Catania e spegnendosi nelle profondità del suo porto. Così Flying Places è quel Fil Rouge che si propone di ricucire il rapporto fra il waterfront e il tessuto urbano storico limitrofo. Flying Places, quindi, come ideale volo architettonico capace di unire la colonna di fuoco vulcanica alla distesa d’acqua, lungo il percorso delle sciare: rimando non solo all’allusione della forma, ma alle “tracce” di questa nel tempo e nello spazio dell’immaginario urbano.



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Ada Garaffa

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