Il progetto prende avvio dal tema dell ‘ IBA 2020 a Heidelberg, la più antica e rinomata città universitaria in Germania. Wissen | schafft | Stadt è un gioco di parole che significa sia “città della conoscenza” che “la conoscenza crea città”.
Da una lato la città è il luogo privilegiato di produzione e scambio della conoscenza, dall’altro la produzione di conoscenza diventa essa stessa motore di sviluppo della città.
A partire dal 1386, anno di fondazione dell’ Università, la città di Heidelberg ha fatto della ricerca e dell’insegnamento il suo principale centro di interesse e la conformazione stessa della città attuale rispecchia il suo sviluppo nel campo conoscitivo.
Nel centro storico troviamo le facoltà umanistiche, nella città ottocentesca il campus medico, mentre negli anni 90 la città si espande al di là del fiume Neckar per costruire un intero quartiere dedicato alle “scienze dure”, il “Campus Nord”. Da ultimo, nell' ex scalo ferroviario prospicente al campus scientifico è prevista la costruzione di un nuovo quartiere, la “Bahnstadt” insieme a un nuovo distretto scientifico chiamato “Campus II”, che avrà come obiettivo quello di avvicinare ricerca e imprese. Il progetto si concentra in particolare su questi ultimi due campus, vere e proprie città nella città, ancora non integrate nel tessuto urbano e divise tra di loro dal fiume Neckar e dallo scalo ferroviario. A questo scopo si propone un ponte ciclopedonale che ospiti una nuova linea del tram, e che all’occasione diventi luogo di incontro, diffusione e scambio dei prodotti di questi due distretti scientifici. Si propone un “ponte abitato” dunque, con spazi espositivi, auditorium e caffetteria che rimetta il fiume Neckar al centro della vita conoscitiva della città. I ponti abitati prevedono in genere una separazione tra il “ponte” come elemento di connessione e struttura portante, e le parti "abitate" come strutture portate. In questo caso invece è la struttura stessa del ponte ad essere “abitata”.
Il sistema costruttivo si basa sull’uso di grandi travi reticolari in acciaio a profilo scatolare trapezoidale alte 4,5 m e larghe 3, poggianti su piloni in cemento armato di 1,5 m di diametro. L’uso di travi così alte, di norma usate per la costruzione di viadotti, consente di coprire grandi luci, ridurre gli appoggi e di avere un’altezza abitabile, trasformando le travi in “muri” di un edificio. Queste grandi travi definiscono un sistema lineare che connette alcuni assi esistenti posti su quote diverse. L’accostamento tra questi diversi percorsi curvilinei genera delle campate che si dilatano e restringono in larghezza a seconda delle funzioni che devono ospitare. Essendo travi a sezione scatolare chiusa, i passaggi tra una campata e l’altra avvengono attraverso l’incurvarsi anche in altezza delle travi. Dei solai vengono intessuti tra queste travi dando luogo a diverse configurazioni. Il diverso rapporto in pianta e alzato tra le travi principali consente diversi gradi di apertura alla luce e al paesaggio circostante, e al tempo stesso, diversi gradi di comunicazione tra i vari corpi che compongono l’edificio. Ne risulta un edificio permeabile che invita il pedone e il ciclista ad entrare ed essere partecipe del patrimonio scientifico della città, così come sprona i campus ad uscire dai loro confini scientifici e territoriali promuovendo un dialogo tra le conoscenze che creano la città. Wissen schafft Stadt !