La villa Aragona Cutò, fa parte del gruppo delle ville costruite a Bagheria a partire dalla seconda metà del XVII secolo. La stessa città nasce sulla spinta del fenomeno che dalla città di Palermo conduce l’aristocrazia cittadina a scegliere, quali luoghi prescelti per le loro residenze suburbane, quelli della campagna limitrofa. Ciascuna villa offriva un microcosmo perfettamente organizzato in simbiosi con il suo giardino, scenario ormai trasformato e modificato.
Il progetto cerca di ridare vita al complesso della villa, senza cancellare le tracce del passato e rappresenta l’occasione che consentirebbe al monumento di tornare ad essere un nodo della rete delle ville bagheresi e un nuovo polo d’attrazione all’interno della città.
Della villa rimane oggi l’edificio principale, due dei corpi bassi annessi, la cappella religiosa sul fronte sud, il corpo addossato al muro sud, probabilmente datato alla prima metà del XX secolo. La struttura dell’antico giardino settecentesco appare oggi totalmente cancellata. I due giardini laterali mantengono la loro connotazione di giardini intimi. I parterres, leggibili planimetricamente, subiscono una rivisitazione progettuale e incarnano ciascuno una funzione specifica, talvolta diventando delle sedute al coperto, talaltra dei sistemi di sedute orizzontali, altre ancora diventando dei parterres convertiti a percorsi sensoriali. Il materiale vegetale viene plasmato in relazione alle esigenze progettuali, seppure rispettando i principi della Carta di Firenze e degli ultimi documenti redatti da ICOMOS, si prevede, infatti, di salvaguardare tutte le essenze arboree considerate parte integrante della storicità del giardino che, con la villa, abbiano vissuto in simbiosi a tal punto da rappresentare l’attuale immagine paesaggistica della stessa. Le relazioni con il contesto impongono di tenere conto del piccolo viale adiacente la villa, asse di collegamento tra la piazza Stazione e la via Consolare e del piccolo giardino antistante; per questo si prevede un’inclinazione della pavimentazione mediante la predisposizione di una rampa di fruizione con delle sedute intermedie, dalle quali si potrà avere una visione privilegiata della villa.
Tema fondamentale è stato quello dell’accessibilità, che consente una fruizione degli spazi da parte di tutti, anche di coloro i quali si trovino ad avere delle difficoltà, temporanee o permanenti, nei movimenti o nelle percezioni sensoriali. Il tema dell’accessibilità è stato sviluppato sia per gli spazi interni che esterni alla villa. Per quanto riguarda gli ambienti interni alla villa, il tema dell’accessibilità si traduce nell’inserimento di un ascensore al piano terra che consentirà di raggiungere il piano nobile e il secondo piano ammezzato. Il piano di rifunzionalizzazione prevede di mantenere al piano terra, gli ambienti della biblioteca comunale; gli ambienti del piano nobile per la loro configurazione in enfilade si prestano ad essere riorganizzate a museo digitale della città. Per il corpo addossato al muro ottocentesco della villa si prevede la progettazione di un corpo architettonico nuovo che ospiterà un infopoint e ospiterà i servizi igienici, utili alla fruizione del giardino della villa, per il quale si prevede un utilizzo che prescinde dagli orari di apertura della stessa. I due corpi bassi annessi insieme alla struttura della cappella religiosa ospiteranno un caffè letterario. Il progetto è andato alla ricerca di un metodo che potesse esaltare la bellezza e la complessità di questo luogo attraverso la fruizione e la condivisione, in modo da restituire ai visitatori e ai cittadini un importante punto di riferimento all'interno della città.