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IL MARE ALLO SCALO MERCI, riconfigurazione dello scalo merci Portanuova, Pescara.

ATA2018

L’area oggetto della mia tesi è quella dello scalo merci Porta Nuova, dove è in dismissione il rilevato che lo delimitava, dalla superficie di circa 5,4 ha.
Posto sulla linea ferroviaria, nel tempo ha assunto l’immagine di un’area “limite” tra città consolidata e aree suburbane, caratterizzate ancora dalle tracce delle divisioni agrarie. Qui il fascio ferroviario si allarga per definire una piattaforma di notevoli dimensioni, presentandosi come un invaso di terra alto 9,5 m sottostante il piano di calpestio dello scalo ferroviario.
La prima operazione progettuale è stata quella di comprendere la scala del luogo, attraverso un’operazione di confronto con altre operazioni di rigenerazione urbana sperimentando una sovrapposizione inclusiva.


La seconda operazione è stata l'elaborazione di strategie di rigenerazione in grado di caratterizzare la configurazione del parco urbano. Il progetto nasce dall’idea di un’integrazione tra “acqua” e “verde” con la città. Questi due elementi lavorano a reinventare lo scalo merci, facendolo diventare un nuovo appuntamento a Pescara, una nuova esperienza urbana, un laboratorio di nuove pratiche. Da ciò lo slogan “allo scalo merci si va in vacanza”. Lo scalo merci si trasforma e diventa un luogo calamita per turisti, un’oasi di svago, dove non c’è tempo per annoiarsi e il divertimento è assicurato per tutti. L’acqua dà vita a grandi piscine open air: “la più grande piscina d’Abruzzo” che per le sue dimensioni ricorda il mare, ci sono le piscine dedicate allo sport e al benessere fisico. L’acqua unita al verde dà vita alla biopiscina: un ecosistema vivo nel cui interno dimorano piante che cambiano esteticamente nelle forme e nei colori durante l’arco delle stagioni. Un altro fattore che unisce acqua e verde è l’agricoltura 3.0, zero consumo di suolo, zero pesticidi, zero km. Questa unione prende forma nella Vertical Farm. Le coltivazioni nelle VF richiedono meno spazio rispetto alle coltivazioni tradizionali e non hanno bisogno di suolo, ma solo di acqua e di elementi nutritivi: è il sistema acquaponico. Nella parte a sud dell’area c’è un percorso nel microclima della tipica vegetazione locale. Il visitatore viene immerso in un angolo di bosco abruzzese.


La fase successiva ha riguardato il rapporto con il terrapieno. La scelta è stata di agire per sottrazione, creando un sistema di terrazzamenti, così tutti i flussi trovano la porosità negata dal grande muro di contenimento. L’area diventa permeabile: sono i flussi e i coni ottici che modellano le sottrazioni al terrapieno e quindi l’andamento dei terrazzamenti. La prima sottrazione ha definito gli accessi a quota zero. Le altre sottrazioni hanno definito due terrazzamenti: il primo, dove sono collocate le piscine per lo svago, media tra la quota zero e quella dei binari ferroviari; l’ultimo terrazzamento ospita le piscine sportive e fa da copertura alla piscina olimpionica. I volumi che emergono su questo terrazzamento sono la copertura della vasca olimpionica, la torre dei tuffi e le tribune. Così gli spettatori sono collocati in una posizione tale da permettere loro di spingere lo sguardo verso il paesaggio acquatico. Il terrazzamento intermedio a quota 5,5 m è il fil rouge del progetto. Il mercato, a quota zero, è un mercato moderno dove si può gustare sul posto ciò che si compra; uno spazio aperto a tutti, da vivere di giorno e di sera, dove poter fare la spesa e l’aperitivo. I prodotti venduti saranno soprattutto quelli prodotti nelle serre con coltivazione acquaponica sperimentando quella che è una delle soluzioni dell’agricoltura del futuro. La scelta è stata quella di lavorare a “restituire” alla città un’area verde e una continuità di spazi pubblici.



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