Il tema dell’approvvigionamento energetico, tanto nodale oggi quanto lo è stato in passato, ha da sempre avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo del territorio. Infatti, negli anni Cinquanta dello scorso secolo sono state realizzate imponenti opere di sbarramento necessarie alla produzione di energia idroelettrica.
Opere che hanno alterato pesantemente i luoghi, le vite e i territori delle aree coinvolte. Il lago di Santa Giustina si formò in seguito alla creazione della diga che ha rapidamente nascosto, sotto le sue acque, un paesaggio invisibile costituito dalle tracce dell’antico sistema di comunicazione, da mulini e ponti sepolti sul fondale ormai diventati rovine.
Il paesaggio invisibile periodicamente riaffiora in quanto il bacino è regolato da flussi energetici, economici e di prevenzione dagli eventi alluvionali che generano un’elevata variazione dell’altezza del livello dell’acqua (dislivello massimo 85m). Il lago diventa quindi un sistema fluttuante che mostra e cela i suoi versanti, passando da paesaggi vivi, fatti di vegetazione ed acqua, ad altri fatti di pietra e silenzio.
L’obiettivo della tesi è quello di recuperare il paesaggio invisibile del lago attraverso l’interazione tra l’architettura e il paesaggio fluttuante del lago. Questi interventi, distinguibili per dimensione e strategia, rappresentano l’incontro tra acqua, natura e architettura, dove anche i concetti di cromatismo e degrado naturale delle architetture fanno parte del processo creativo.