Archistart

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INZO YA BA KENTO. Casa comunitaria femminile a Brazzaville, Congo.

ATA2019

Questo progetto nasce dalla volontà di costruire soluzioni architettoniche a partire dall’osservazione della realtà e dei problemi che questa ci propone. Si cerca quindi di dare vita ad una nuova prospettiva, emancipata dalla retorica “dell’operare per i più bisognosi”, che miri alla qualità delle architetture stesse come patrimonio della popolazione che le abita. La ristretta misura economica impone e consente di eludere i modelli costruttivi più banali, a favore di nuove forme più efficienti e appropriate. Si sperimentano forme di costruzione alternative e materiali innovativi, ma sempre a disposizione sul territorio, cercando di coniugare composizioni architettoniche contemporanee alla valorizzazione delle tradizioni locali.


Partendo da questo approccio si è trovato nel Movimento Shalom un alleato determinante. L’organizzazione promuove verso molti paesi progetti auto-sostenibili, che superano i limiti del concetto di beneficenza, ed il cui obiettivo è quello di dare dignità e autostima, creando le condizioni adatte alla crescita e allo sviluppo. I progetti nascono sempre in seguito a una valutazione dei bisogni e delle risorse locali e si considerano conclusi con successo se, oltre alla realizzazione architettonica, riescono a creare lavoro. Tra le iniziative in corso del Movimento, vi è un centro di potabilizzazione dell’acqua, nel quartiere di Djiri Pont di Brazzaville, in Congo. Accanto al lotto quadrato ce ne sono altri, che attendono di avere nuova vita grazie all'arrivo di questa indispensabile risorsa. La volontà è quindi quella di connettere all'impianto un centro di formazione femminile. Questo si traduce in primo luogo nella realizzazione di aule e laboratori dove le donne possano essere avviate al mondo del lavoro, nel particolare caso all'attività sartoriale. Successivamente si prevede l’ampliamento tramite la costruzione di dormitori e di un refettorio, così da rendere più intensivo ed efficace il periodo di permanenza all'interno della struttura. Infine si è sentita la necessità di legare a questi edifici con funzioni amministrative un edificio a carattere religioso: una piccola cappella per preghiere personali poiché la maggior parte della popolazione è cattolica praticante.


Il principio insediativo che si pone come idea matrice del progetto è quello del tipico villaggio africano: un albero centrale intorno al quale sorgono spazi racchiusi da un recinto. Il progetto si distingue per semplicità delle forme; non c’è posto per il superfluo, la sua essenzialità è però densa di significati. Ogni spazio ha la sua funzione, anche quelli interstiziali tra blocchi vengono sfruttati con le cosiddette aule informali, nella tradizionale casa africana infatti la maggior parte delle attività è svolta all'aperto. La scelta delle tecniche costruttive, dei materiali e delle soluzioni tecnologiche, sono la risposta allo studio delle aggressive condizioni del luogo. Ne deriva una struttura integrata nel territorio, che fonde tecniche arcaiche ad un’architettura più attuale ed efficiente. Il Congo non è ancora in grado di sfruttare a pieno le proprie risorse naturali. Ad esempio, nonostante la sua presenza, l’approvvigionamento di acqua potabile è un problema per la maggior parte della popolazione. Così, particolare attenzione è stata data alla sua raccolta e al suo sfruttamento, con l’aiuto del pozzo, già realizzato, e con l’inserimento di un bacino di ritenzione idrica per la raccolta dell’acqua piovana, sfruttando l’ampia copertura inclinata dei dormitori. Una parte dell’acqua accumulata nelle cisterne verrà poi utilizzata per irrigare gli alberi da frutto piantati, tramite un particolare sistema con tipici vasi di terracotta che ne impediscono l’evaporazione.



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INZO YA BA KENTO. Casa comunitaria femminile a Brazzaville, Congo. Board
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