Il contesto naturale reatino in cui l’area di progetto si trova, si mostra ordinatamente disegnato dall’attività produttiva dell’uomo, con un pattern di incisioni e colori posato come un mantello sul territorio, che ne traccia spazi, percorsi e funzioni. ’obiettivo sotteso è quello di delineare un nuovo centro in grado di assurgere fin da subito a polo turistico attrattivo, allo stesso tempo capace di raccontare i valori identitari del contesto reatino. La sfida più grande da raccogliere, dunque, appare immediatamente chiara: Come intervenire in un contesto così fortemente naturalistico? soprattutto, Come minimizzare l’impatto sul paesaggio, rispettando le nece ssità e prescrizioni funzionali previste?
La consistenza della granulosa terra, i solchi che attraversano i campi coltivati, le foglie verdi che riparano dal sole, i colori stagionali e gli alberi che punteggiano il paesaggio. Il contesto naturale reatino in cui l’area di progetto si trova, si mostra ordinatamente disegnato dall’attività produttiva dell’uomo, con un pattern di incisioni e colori posato come un mantello sul territorio, che ne traccia spazi, percorsi e funzioni. Il tessuto agricolo assurge a emblema di identità del luogo che abitiamo, diventando il cardine e punto di inzio del progetto stesso. Il bando di concorso prevede l’ampliamento della struttura ricettiva esistente, con un numero ben più alto di camere (una maggiorazione di almeno 100 unità) e l’aggiunta degli spazi termali connessi. L’obiettivo sotteso è quello di delineare un nuovo centro in grado di assurgere fin da subito a polo turistico attrattivo, allo stesso tempo capace di raccontare i valori identitari del contesto reatino. La sfida più grande da raccogliere, dunque, appare immediatamente chiara: Come intervenire in un contesto così fortemente naturalistico? soprattutto, Come minimizzare l’impatto sul paesaggio, rispettando le nece ssità e prescrizioni funzionali previste?
La strategia è stata quella di proporre uno schema di ampliamento del complesso esistente in grado di preservare le forme della natura del contesto reatino, inserendosi nel paesaggio attraverso nette incisioni, che invitano la dimensione naturale ad accogliere lo spazio dell’uomo. Il tessuto agricolo caratterizzante il contesto viene riportato nell’area di progetto, tracciandone i relativi assi, volumi ed aree verdi. L’organizzazione sapiente ed armoniosa dei campi, devota a ad un uso antropico del terreno, a differenza di un terreno incolto, sottende il ben più profondo e viscerale rapporto tra uomo e natura, da sempre indissolubilmente legati. Gli spazi pieni e vuoti si rincorrono sulla collina, solcandola, e cercano un equilibrato bilanciamento che accolga i visitatori e le nuove funzioni, conservando allo stesso tempo l’immagine e l’essenza del territorio circostante. Così nuove sottrazioni, addizioni di volumi e incisioni del terreno si incastonano perfettamente e armoniosamente nel pattern di trame materiche del contesto limitrofo, conservandone, allo stesso tempo, la vocazione e necessità antropiche.I nuovi volumi (2) si inseriscono armoniosamente nel profilo della collina (1), ricalcandone e preservandone la peculiare morfologia e minimizzando l’impatto dell’ampliamento richiesto. Alle nuove camere e all’area termale del complesso alberghiero si assicura in questo modo una visuale aperta (3), ristabilendo un rapporto visivo diretto con il paesaggio circostante. Le coperture piane dei voluni ospitano ampie terrazze fruibili, dedicate a grandi spazi verdi (4) e aree pavimentate organizzate. L’occupazione del suolo con la superficie edificata viene minimizzata, assicurando la maggiore quantità possibile di area dedicata a verde e superfici permeabili.L’idea principale è stata quella di non optare per un sistema di ampliamento diffuso del complesso esistente, che avrebbe previsto le ulteriori camere e l’area termale disseminati nel territorio naturale circostante, ma un sistema centralizzato, compatto, in grado di garantire diretta comunicazione e collegamento alle nuove funzioni. L’ottimizzazione dei flussi e degli spazi di percorrenza offre agli ospiti la possibilità di godere di tutti i servizi presenti in qualsiasi momento, e soprattutto in qualsiasi stagione dell’anno. Strutture diffuse, per questo motivo, stanno sempre più ristrutturando i propri spazi in favore di un sistema centralizzato. La Lobby/Hall, posta immediatamente all’ingresso, assume una posizione baricentrica tra il complesso ricettivo esistente e il nuovo ampliamento, assicurando allo stesso tempo permeabilità visiva e spaziale verso le aree esterne verdi. Attraversando la Lobby, collegata alla sala conferenze e alla casa del custode/uffici, è possibile raggiungere sia le nuove camere (su 5 piani, servite da 3 core), sia quelle della struttura esistente. Il nuovo centro benessere occupa parte del quarto livello, sviluppandosi in doppia altezza, e si articola sia in spazi interni che in spazi esterni. Una variante del progetto prevede di ampliare il giardino al piano terra, intervenendo parzialmente sulle coperture degli edifici esistenti, e sostituendoli con una unica grande copertura verde armoniosamente inserita nel contesto circostante. La Lobby è stata posta ad accoglienza degli ospiti dell’albergo, concepita come nodo nevralgico di connessione tra il complesso esistente e l’ampliamento. Intesa come uno spazio estremamente flessibile, in grado di accogliere diverse funzioni e conformarsi alle necessità di eventi eterogenei, è possible compartimentarla, ottendendo una duplice cofigurazione. La Lobby può servire entrambe le aree ricettive (Configurazione 1), offrendo spazi multifunzionali ed una corte centrale che funge da collegamento spaziale tra il nuovo bar e l’area biblioteca prevista all’interno del complesso esistente. Nel caso di eventi speci fici (Configurazione 2), come quelli aziendali o privati, invece, le due aree ricettive possono funzionare separatamente, essendo entrambe provviste di ingressi, aree accoglienza, corte e area bar. L’ampliamento di 100 nuove camere, si organizza su un totale di 5 livelli, posti ricalcando la morfologia della collina esistente. La Lobby conduce direttamente alle 10 camere poste al piano terra, mentre le superiori sono distribuite da 3 core. Il primo e secondo livello ospitano un totale di 62 camere, mentre il terzo e quarto, occupati anche dalla nuova area termale, un totale di 28 camere. Un distributivo di collegamento tra il complesso e l’ampliamento è posto al piano 0. Attraverso l’area salottino, si raggiungono la nuova biblioteca prevista o il salone principale. Questo è stato collegato con una doppia altezza al piano sottostante, da dove raggiungere il ristorante e la SPA esistenti attraverso un’area di distribuzione, che può accogliere una zona espositiva. Il centro benessere è concepito come estremamente suggestivo, in contatto visivo e spaziale con gli elementi naturali esterni attraverso le grandi aperture che scandiscono la facciata. Il terreno, inciso affinchè possa far filtrare la luce, avanza all’interno punteggiando con piccoli atolli di terra le grandi vasche d’acqua. Queste, quando bagnate dalla luce, proiettano delle caustiche sulle pareti di terra cruda, conferendo all’ambiente una atmosfera sacrale. In fase di progettazione, sono state adottate strategie mirate a prediligere delle soluzioni passive di risparmio energetico, minimizzando la nece ssità di ricorrere ad impianti attivi, che dovrebbero attingere quanto più possibile a fonti di energia rinnovabili. La progettazione degli spazi verdi e l’architettura “ipogea” scelta hanno costituito il focus principale di tutto il processo progettuale, volendo non solo sottolineare l’importanza di inserirsi armoniosamente nel contesto naturale, ma soprattutto per assicurare una piena sostenibilità energetico-ambientale. Le aree verdi, ricche di alberi, arbusti ed essenze autoctone sono state preservate il più possibile, garantendo ampie superfici permeabili e macc hie arboree in grado di concorre alla produzione di ossigeno e regolazione delle temperature. Opportunamente dislocate, inoltre, garantiscono la possibilità di riparare dai venti freddi invernali. I volumi del nuovo complesso, inseriti nel profilo della collina, danno vita ad uno spazio ipogeo, in cui, grazie all’inerzia termica del terreno, le temperature degli ambienti interni vengono mantenute costanti (13°-15°C) sia in inverno che in estate, determinando minore necessità di energia per il riscaldamento e raffreddamento. L’ipotesi progettuale proposta muove essenzialmente dall’area naturale in cui si inserisce, rispettandone il disegno lineare e la morfologia del tessuto agricolo. Si prevede, dunque, l’utilizzo di materiali autoctoni naturali dalle tonalità calde, in grado di riportare la consistenza materica del terreno, quasi fossero da sempre appartenuti a quel peculiare contesto, in grado di suggerire un ambiente atmosferico e sacrale. Legno e impasti di terra cruda o terracotta rivestono i volumi pieni, materici, che vengono illuminati da tagli di luce che piovono negli ambienti interni, ricavati dal pendio della collina. Le ampie facciate sono invece scandite da aperture trasparenti, che regalano una continuità tra spazio interno e spazio esterno, permettendo un collegamento visivo e fisico con la natura circostante. L’ampliamento previsto rispetta le linee guida prescritte dal bando di concorso, sviluppando una volumetria pari a 11.125mc su un massimo di 11.500 mc. Il calcolo ha tenuto in considerazione solo i volumi fuori terra, escludendo, quindi, le parti interrate, come indicato da legge, prevalentemente adibite a distributivi e locali tecnici.