“La Megalópolis de Nadie” è il frutto di una ricerca condotta sul campo a Città del Messico durante un periodo di studio all’estero.
Nel vivere il tessuto urbano della capitale messicana è quasi impossibile non percepire la portata dell’impatto del commercio informale sullo spazio pubblico e gli effetti che produce sulla configurazione della città.
Le attività informali forgiano radicalmente l’esperienza sensoriale della città, ed oltre ad essere un importante aspetto culturale del luogo offrono anche molti servizi.
Per questo motivo si è scelto di lavorare con questo fenomeno studiandolo analiticamente.
L’obbiettivo è stato quello di procurarsi degli strumenti per progettare la città anche, e non solo, a misura di attività informale.
Secondo quanto riportato da INEGI (“Instituto Nacional de Estadística y Geografía”), nel secondo trimestre del 2018, circa 30,5 milioni di persone in Messico si sono rivolte all’ambito lavorativo informale: queste cifre mostrano un incremento del 3,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
A Città del Messico cinque lavoratori su dieci appartengono al settore informale dedicandosi alla pulizia, alla costruzione, al trasporto e a moltissimi tra servizi e attività commerciali. Innanzi a questo scenario alcuni deputati del partito Morena hanno avanzato una proposta di legge per regolarizzare più di 2.000.000 di lavoratori di strada. Anche la municipalità si starebbe attivando per raccogliere cifre milionarie da investire in lavori pubblici.
La presente proposta progettuale, sulla base di una ricerca sul campo, si muove dunque nella direzione di trovare un compromesso tra progettazione dello spazio pubblico e occupazione dello stesso da parte degli attori del settore informale, ritendoli non una problematica per la città quanto invece una preziosa risorsa per il funzionamento di una complessa metropoli.
Nel vivere la città quotidianamente infatti ci si ritrova ad affrontare spostamenti della durata di un’ora o più e, durante questo tempo, la fruizione dello spazio pubblico viene accompagnata dalla fitta rete di prodotti e servizi offerti informalmente in maniera rapida ed economica.
In seguito ad una analisi sistematica di casi studio incontrati sul campo, dunque, si è proceduto alla stesura del progetto di una infrastruttura urbana in un’area del centro storico della città con una forte identità commerciale.
Il lotto individuato presenta una preesistenza: una semplice copertura metallica edificata per accogliere una comunità di commercianti radicata nella zona da diverse generazioni. La scelta di intervenire in quest’area dunque è stata dettata dalla natura non “vergine” del tessuto urbano e sociale in quanto già era avvenuta una prima mediazione fra logica “top-down” e processi “bottom-up”.
Il progetto è stato dunque risolto con una struttura lignea modulare, dimensionata per permettere la circolazione di utenti e dispositivi informali. Attraverso una serie di semplici operazioni spaziali si è cercato di venire incontro alle esigenze degli utenti stanziati già da anni nella zona e predisporre ulteriore spazio per attività pubbliche lasciando una certa quantità di spazio “negoziabile” per i probabili avventori informali. Lavorando a più scale (Infrastruttura, architettura e design), si è cercato di creare una varietà di situazioni da mettere in atto per rendere il progetto maggiormente flessibile suggerendo diversi usi.
Una certa attenzione è stata inoltre rivolta alle soluzioni tecnologiche per raggiungere una facile manutenibilità e uno smaltimento a impatto ridotto delle parti che man mano andrebbero deteriorandosi.