Il sito archeologico di Noto Antica comprende una vasta area e molte testimonianze di diverse epoche storiche ma privo degli elementi che ne garantiscono una fruibilità sicura e una comprensione chiara. La ricerca si è posta come obiettivi la ricostruzione delle fasi di sviluppo del sito e la valorizzazione del sito che si è cristallizzato nel momento dell’abbandono. Nello studio dell’intervento di valorizzazione si è inoltre avuto modo di riflettere sul rapporto tra le rovine presenti sul sito e il valore che, la vegetazione, sostituitasi alla città, ha assunto per il paesaggio. La rovina è stata intesa come un testo dimenticato da narrare secondo le regole della narrativa classica.
La narrazione della rovina può avvenire in diverse modalità a partire dal suo completamento ma le informazioni tecniche, formali e dimensionali possono essere fornite al fruitore attraverso dispositivi di conoscenza progressivi del rudere e dell’intero sito facendo in modo che la rovina non risulti più un frammento isolato da comprendere nella sua lacunosa unicità ma bensì un testo con un corredo di informazioni da leggere nell’insieme dei frammenti presenti nel sito archeologico. Il sito presenta un numero rilevante di edifici monumentali allo stato di rudere, le cui vicessitudini prima e dopo il loro abbandono non sono ancora state indagate in modo approfondito. L’analisi ha portato a riconoscere come questi elementi dell’antica città siano frammenti difficilemente riconducibili all’unità dell’edificio originario ma questo non ne diminuisce il pregio. Risultano elementi riducibili alla forma iconografica del rudere archeologico, anch’esso frammento di un un’unità architettonica ormai scomparsa mai più ricostruibile se non tramite interventi che superano le operazioni di restauro come gli interventi di riconfigurazione dell’unità architettonica privi di basi conoscitive affidabili. Il rudere però può essere considerato come un testo ricco di informazioni, lacunose e concentrate, che necessitano di una narrazione per poter essere espresso, e, come una poesia o un racconto, ha bisogno di tecniche linguistiche, sintattiche e figure retoriche per poter arrivare nell’immaginario
Il rapporto tra rovina antica e rovina contemporanea pone interrogativi sulla definizione archeologico interpretata nelle Linee guida per la costituzione e la valorizzazione dei parchi archeologici. L’arte, spesso anticipa i tempi delle altre discipline, infatti già dagli anni ‘70 del Novecento, molti artisti si sono impegnati nell’interpretare le tracce che l’uomo ha lasciato nel territorio. L’interpretazione delle rovine porta l’artista a considerare che le città non solo possono essere distrutte ma bensì che possono sopravvivere al loro disfacimento e dalle loro rovine risorgere.