La tesi affronta il tema della dismissione di un ambiente dedicato al lavoro. Fenomeni di degrado e abbandono ormai insidiano molte città e l’industria in particolare ha costituito nel tempo un paesaggio di rovine e scarti su cui il progetto è chiamato a confrontarsi. Le forme attuali di dismissione sono espressione di processi complessi che vedono trasformati gli usi, i valori e le memorie di questi spazi che precedentemente erano dedicati al lavoro e alla produzione.
Il progetto si propone di riaprire l’asse Nord-Sud, restituendo l’intero manufatto alla città, non più come un unicum chiuso in se stesso ma nell’autonomia delle singole parti. Gli spazi individuati sono stati così ricondotti a forme storicamente consolidate e cioè: lo spazio Basilicale, lo spazio dell’Aula, lo spazio Ipostilo e lo spazio della Domus. Il riconoscimento delle parti è stato funzionale all’approfondimento dello studio di ciascun ambiente, il che ha permesso di scomporre ogni spazio e di individuare le campate strutturali che li costituiscono. Partendo dalla pianta dello stato di fatto, è stato possibile individuare i pilastri, dunque lo scheletro strutturale, che compone e sostiene la struttura intera. Tali pilastri definiscono una campata strutturale la cui aggregazione a sua volta definisce lo spazio intero nella sua complessità. La stecca centrale, tangente l’asse Nord-Sud, regge l’intero progetto e si caratterizza attraverso la dimensione di un modulo e mezzo, di cui quest’ultimo assolve alla funzione di spazio servente. Anche all’interno dello spazio della sala ipostila il mezzo modulo, con i suoi servizi, risulta definire un recinto naturale dell’ambiente rafforzandone l’autonomia. Nella parte centrale sono collocati quattro setti posizionati tra i pilastri che, senza mai toccarli, creano una galleria espositiva fruibile da ogni direzione. Gli spazi a Sud e ad Est della sala ipostila conquistano la propria autonomia grazie alle percorrenze che dividono e tengono insieme le parti contemporaneamente. Nello specifico, lo spazio ad Est assume una geometria regolare ospitando al proprio interno un tipico cortile andaluso, lo spazio a Sud invece, assume la funzione di Fab Lab annesso ala memoria storica della fabbrica. Lo spazio basilicale si apre sul parco grazie alla griglia che struttura lo spazio interno che viene collocata alla quota dei binari su cui scorrevano gli antichi carroponti. Al di sotto si estende uno spazio espositivo caratterizzato da podi e scavi ricavati attraverso la modellazione dello spessore basamentale. Lo spazio ricondotto alla tipologia storicamente costituita dalla Domus si affaccia sull’ ”impluvium” che si apre a sua volta sull’asse Nord-Sud originariamente pubblico. Esso si contraddistingue attraverso la modulazione di uno spazio dedicato allo svago e ad attività di coworking essendo attiguo agli ambienti collocati lateralmente che ospitano al proprio interno unità abitative minime legate ad ospitare i fruitori delle attività di workshop e talleurs stagionali.