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La regola e l’eccezione, Progetto per un insediamento collettivo nel Forte da Insua, Caminha, Portogallo

ATA2020

Questo lavoro rappresenta l’esito di un viaggio, inteso come spostamento fisico e mentale al tempo stesso. Un viaggio fatto di tappe inevitabilmente soggettive, che vede come fine ultimo lo sviluppo di un progetto, e ancora prima la ricerca di un metodo, o meglio di una possibile metodologia in grado di affrontare uno dei grandi temi della nostra contemporaneità, ovvero il rapporto dell’architettura contemporanea con la preesistenza. In Portogallo “i concetti del nuovo e dell’antico perdono ogni carattere oppositivo e la storia diventa uno degli strumenti di costruzione del progetto”. La storia e il luogo sono quindi termini necessari al progetto e, di conseguenza, ogni progetto viene inevitabilmente ad essere un progetto sulla preesistenza


Nell’estremo Nord del Portogallo, ai confini stessi dell’Europa Occidentale, si trova il Forte da Ìnsua, un luogo dalle molteplici forme che si sono sovrapposte nel corso dei secoli, compresse in quello che è un luogo di spazi minimi ai limiti della vivibilità: un’isola, un forte, un convento. Il progetto per un alloggio collettivo nasce innanzitutto da una necessità funzionale: l’assenza della corrente elettrica, di un impianto idraulico e persino di un attracco per le barche; si è quindi proposto di installare un alloggio collettivo per artisti, parte di un più ampio sistema di residenze accomunate da un network chiamato A.i.r.. Il piano terra è stato lasciato libero, aperto al pubblico, in esso sono presenti quasi tutti gli ambienti comuni; nei restanti ambienti sono stati distribuiti due tipologie di alloggi: i primi sono totalmente autosufficienti e si trovano nelle antiche stanze dei soldati, mentre al piano superiore del Convento, dove anticamente erano presenti le celle dei frati, sono state realizzate delle camere con un bagno e una cucina comune. Obbiettivo principale di tutto l’intervento non è stato solo di adattare congiunto alla nuova funzione ma dotarlo di tutte quelle attrezzature necessarie al suo funzionamento nel XXI secolo: l’edificio esistente è stato assunto come un sistema di vincoli e di regole che è necessario “assecondare” nel momento in cui ci si pone in continuità con esso.


Il progetto degli alloggi è stato fatto ricondurre ad un’unica unità spaziale e funzionale che emerge come elemento solido e unico nello spazio e dentro il quale sono presenti vari dispostivi funzionali. Questi vengono inseriti all’interno della preesistenza e ne devono necessariamente rispettare i caratteri austeri che questa impone. Il forte è quindi un ordine con cui confrontarsi, un testo sul quale viene fatto un commento, che tuttavia non rinuncia alla sua natura ponendosi un atteggiamento di mimetismo ma cerca di intrecciarsi all’esistente alla ricerca di una compatibilità basata sulla necessità.
Inoltre nel Forte tutt’ora presente un Fanale nautico che si è scelto di sostituire in quanto questo oggetto emerge come un parassita all’interno di quello che è il landscape dell’Ìnsua visto dalla costa. Dopo vari tentavi si è visto come ci sia un’effettiva impossibilità di convivere con presenza formale del Forte in uno spazio così minuscolo, per questo motivo si è deciso di porre questo elemento apparentemente estraneo all’esterno del complesso, in quello che era l’antico orto dei frati. In questo caso la continuità del commento coincide con la negazione del testo stesso; sussiste quindi una continuità che per esistere si
deve porre necessariamente e paradossalmente in discontinuità. In questo senso esso rappresenta un’eccezione a quella che è stata la regola utilizzata fino adesso.



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