Su un’altura tufacea, nel comune di Canale Monterano (Lazio), sorge l’Antica Monterano che oggi rimane un’abbandonata ma suggestiva città fantasma. Dislocata ad ovest, c’è la Chiesa di S. Bonaventura che ormai appare come un rudere che attrae i curiosi grazie al suo fascino. Alcuni brani sono ancora facilmente leggibili e all’interno si può percepire la spazialità di ciò che rimane dell’edificio. Ma numerosi sono i crolli dovuti al tempo e all’abbandono. Si tratta dunque di una Lacuna, cioè assenza di materiale, forme, volumi, e memoria. Obiettivo del progetto è produrre un organismo architettonico dialetticamente coerente con il pezzo esistente, anziché una mera aggiunta; quindi colmare la lacuna.
La prima soluzione è dare attrattività con nuove funzioni, collocate nella chiesa di San Bonaventura, che diventa un Parco della Musica conservando ampie porzioni del rudere che ne amplificano le caratteristiche formali. Questa soluzione non può prescindere da un potenziamento degli accessi al borgo di Monterano Antica: il progetto prevede un’area parcheggio su un’altura ad est con accesso al borgo antico attraverso un ponte pedonale ricavato su un acquedotto rinascimentale. Da qui, individuati gli attuali tracciati principali del borgo, si dotano di una pavimentazione che rende più fruibile il camminamento tra i ruderi più significativi ed integri. Il borgo quindi conserva e potenzia il carattere che già possiede, ossia essere museo di se stesso. Infine il tracciato prosegue ad ovest verso la chiesa di S. Bonaventura ricucendo, in maniera quasi invisibile, i due elementi distaccati.
Il Parco Musicale. E' stato pensato un elemento in grado di favorire la rigenerazione dell’area di Monterano Antica. Un nido di attività culturali legate a Canale Monterano così come a tutti i comuni limitrofi ricchi, in un modo o nell‘altro, di un patrimonio storico-culturale. L’edificio diventa un’unità inscindile tra recupero e nuovo impianto. I nuovi spazi si accostano e poggiano sulle rovine dell’antica chiesa, la quale assume un ruolo centrale nel progetto: un grande atrio che accoglie il visitatore, uno spazio unico nel suo genere proprio per la sua natura di rudere. A partire dall’abside (dove è ricavata la prima accoglienza) ha inizio il vero e proprio edificio in tutte le sue funzioni. Proseguendo per le due ali simmetriche, che cosituivano il convento, si susseguono una serie di ambienti affiancati da un corridoio di distribuzione, mantenendo la natura funzionale e geometrica concepita nel progetto originale. Dunque si tratta di un impianto semplice che nasconde, al contrario, un complesso esercizio di confronto con il rudere che impone vincoli formali gia definiti.