Questa tesi si propone come occasione di indagine su alcune problematiche irrisolte della città di Prato.
L’asse di viale Leonardo da Vinci, denominato “Declassata”, si presenta come un sistema lineare che attraversa la città creando una connessione diretta tra Pistoia e Firenze ma, al tempo stesso, risulta un elemento di separazione del tessuto urbano pratese. Lo stesso complesso ex Banci, attualmente simbolo di degrado urbano, rappresenta una cerniera determinante nella sua potenziale riconfigurazione, essendo collocato a ridosso di esso, in un’area di grande interesse urbanistico e storico.
La strategia adottata prevede una rigenerazione urbana ed architettonica effettuata tramite una ricucitura delle centralità di Prato, attualmente disconnesse tra loro. L’interramento di un tratto di Declassata ha dato la possibilità di creare una vera e propria infrastruttura vegetale, che si estende lungo i vuoti urbani esistenti, creando margini arborei e nuovi corridoi visuali. Tramite la rigenerazione di questa arteria, è stato creato un Nuovo Parco Urbano distinto in più aree, tra loro collegate grazie ad essa. All’interno di questo, sono stati distribuiti percorsi ciclo pedonali e aree di sosta, pensati non come spazi di attraversamento ma di destinazione. La riqualificazione dell’intera area Banci, che si espande per ventuno ettari, ha non solo uno scopo di rifunzionalizzazione dei vecchi padiglioni ma anche l’intento sociale di renderlo nuova centralità imprenditoriale, nuova realtà formativa e di accoglienza. Il mantenimento della vecchia posizione e della volumetria dei padiglioni, ha portato all’elaborazione di uno spazio aperto e fluido, caratterizzato dalla stessa linearità del Parco che, non solo esprime idealmente la ricucitura urbana, ma che evidenzia soprattutto la maglia lineare creata naturalmente da questi elementi.
L’articolazione della piazza Banci è dunque suddivisa in tre fasce principali, come proseguimento dei padiglioni. La centrale accoglie le preesistenze industriali, ovvero le testate in pietra alberese dei due padiglioni minori, ridestinati ad area ristoro ed allestimento di mostre temporanee al coperto, e la ciminiera, vero e proprio monumento industriale; ai lati, invece, le due fasce pubbliche accolgono gli edifici di nuova realizzazione con funzione imprenditoriale (co – working e business cube) e didattica (fashion academy). Esternamente, infine, due edifici di maggiore estensione accolgono funzioni private quali social housing e student house. Il progetto, partendo dal caso della Declassata e dell’ex area Banci, ha prodotto una profonda riflessione sullo sviluppo sostenibile della città, sui nuovi modelli di relazione tra territorio antropizzato e naturale, sulle dinamiche di trasformazione sociale, culturale ed economiche a cui stanno andando in contro le città a livello globale. La riqualificazione dell’area ha evidenziato il ruolo strategico che tale complesso può assolvere nel disegno generale dell’area urbana, pensando alla Declassata come un hub metropolitano dedicato all’innovazione.