MAComE è il progetto dell’insediamento di una comunità nella città fantasma di Consonno, chiamata la Las Vegas della Brianza. Ad oggi, però, è una città totalmente abbandonata e sommersa dal verde, con stravaganti edifici fatiscenti, che vennero eretti per soddisfare l’ego del suo mandante, a spese di una piccola comunità di contadini. MAComE si basa su alcuni principi fondamentali quali il miglioramento, l’arte, la comunità, l’ecologia e la sostenibilità. Il principio alla base di tutto è l’apertura verso il mondo esterno favorendo lo scambio non solo di prodotti e beni materiali, ma anche di esperienze e conoscenze, fattori essenziali per la sua crescita. Il mezzo principale utilizzato per interagisce con l’esterno è il MAComE magazine.
I primi 11 numeri della rivista, dalla scelta del luogo all’analisi, dallo sviluppo del concept a quello del progetto, sono già stati realizzati e rappresentano la nostra tesi di laurea, proponendo il nostro processo progettuale che prevede i collage, visioni, con le quali abbiamo definito i modi di essere e i modi di vivere all’interno della comunità. Questi collage sono stati categorizzati in 6 macro-gruppi sulla base dei quali abbiamo elaborato un elenco di funzioni che sono state raggruppate in chiave architettonica nel programma. Questo processo è stato per noi molto importante: ci ha permesso di costruire la comunità non solo dal punto di vista progettuale, ma anche personale e ideologico. Consonno e i suoi edifici abbandonati sono per noi lo spazio ideale per sperimentare differenti modi di vivere. Tutto ruota attorno a 3 macro-funzioni chiave: Residenza, Lavoro e Fuga. La divisione tra queste non è netta ma la loro fusione può dar vita alla sperimentazione di nuove modalità di lavoro, di vivere e di perdersi. Il progetto che scaturisce da queste considerazioni è quindi una nostra visione e interpretazione di un tema più ampio. Il modello di comunità da noi proposto infatti potrebbe assumere variazioni in base ai luoghi e alle circostanze in cui viene sperimentato. MAComE non è solo un progetto architettonico, ma anche uno studio sociale, culturale, economico ed ecologico.
Il suo processo evolutivo è stato analizzato in cinque scenari che prevedono la crescita e la costruzione delle strutture che risulteranno necessarie mano a mano che la comunità si andrà ad ampliare ma sono state definite anche da alcune regole per la progettazione, tali da evitare eventuali errori. Queste, di fatto, aiutano i vari progettisti che nel corso del tempo si potranno confrontare con Consonno e con le sue versioni future, e sono strumento per un’architettura in linea con i principi della comunità quali usare tecniche costruttive a basso impatto ambientale, fare dialogare gli edifici storici con quelli di nuova costruzione e che tutti questi siano pensati per un’evoluzione futura. L’obiettivo perpetuato e ambito dalla comunità è giungere ad una sostenibilità totale: la libertà di scegliere le proprie fonti di approvvigionamento, l’impiego ottimale delle risorse che si posseggono e cercare di produrre meno scorie possibili. Questo stile di vita genera diversi esiti architettonici in merito come l’impiego di un impianto fotovoltaico per fornire energia a tutti gli edifici, la raccolta delle acque reflue convogliata nell’impianto di fitodepurazione e il filtraggio dell’acqua piovana per essere potabile. Vi sono due macro categorie di edifici all’interno del masterplan che interessano lo scenario quattro (quello maggiormente approfondito): la progettazione diffusa di edifici nuovi e un puntuale lavoro compiuto su quelli esistenti.