Capita spesso che in molti casi, gli edifici ad uso industriale sopravvivano al loro uso originario come testimoni dello scorrere del tempo. Condannati all’abbandono e sopratutto alla demolizione, ex magazzini, depositi e fabbriche possono rinascere a una nuova vita. Se è vero che gran parte delle città vanta di un passato industriale, questo passato merita di essere riscattato e rivalutato. Conosciamo il loro passato e presente ma dobbiamo preoccuparci anche per il loro futuro creando un nuovo spazio nell’attualità. Il mio si tratta di un intervento dove la scelta di riconvertire questa realtà industriale, consente di creare un contrasto tra vecchio e nuovo e tra archeologia industriale e nuova dimensione creativa.
MANUEL GOMES DA COSTA _ Il patrimonio dei silos è un tema poco valorizzato, difatti l’obiettivo di questo lavoro è cercare di avvicinarsi e sensibilizzarsi verso questi grandi granai agricoli. Oltre al progetto sociale e culturale vi è anche un rispetto per la sostenibilità e la rivalorizzazione di questi particolari edifici esistenti. Agire con la consapevolezza della propria identità è il modo contemporaneo di affermare nel mondo la propria esistenza. La fabbrica analizzata si trova a Santa Catarina da Fonte do Bispo, un piccolo municipio della città di Tavira, nell’entroterra della regione costiera dell’Algarve. Il Portogallo ha conservato un senso di radicamento alla terra, un'ossessione per la propria identità, che, messe a confronto con alcune correnti della ricerca architettonica emergente in Europa, hanno consentito di mettere a punto una formula del progetto contemporaneo che oggi è un esempio internazionale. Attorno a questa realtà, si sviluppano i principi architettonici di Manuel Gomes da Costa, architetto originario del Silo, sua tesi di Laurea nel 1950. A differenza di alcuni architetti, dove le prime opere sembravano titubanti e insicure, i primi lavori di Manuel Gomes da Costa, pur non rinunciando al rischio e alla sperimentazione, riescono ad essere sin dal principio dirette e decise, una vera e propria rivoluzione che porta a nominarlo nei primi anni del 2000, PIONIERE DELL'ARCHITETTURA MODERNA portoghese.
MUSEO D'ARTE DIGITALE _ Perchè replicare l’arte digitale all’interno di un silo? Innanzitutto dobbiamo riflettere sul concetto di forma, internamente la conformazione delle cisterne di grano hanno la possibilità di replicare e riflettere suoni e luci dando quindi libero sfogo a quella che è l’era digitale. Altra constatazione degna di nota è la caratteristica del contrasto, accostare l’antico con il nuovo, il dismesso e l’archeologia con la nuova era del mondo interattivo e digitale. Ad oggi, la fabbrica si presenta in stato di degrado. Durante il sopralluogo, si è delineato una particolare decadenza dal punto di vista esterno di facciata, causato dal trascorrere del tempo e dagli agenti atmosferici. Il primo passo fondamentale è stato la conoscenza del manufatto e del luogo in esame attraverso fonti dirette e indirette. Le modifiche sono partite distinguendo ciò che si è voluto conservare e ciò che si è voluto introdurre come nuovo elemento architettonico. E’ stato sottoposto a diagnostica, conservando i materiali ma anche reinterpretando, attraverso interventi nuovi, componenti preesistenti. MAD, museo unico nel suo genere, nasce per esporre opere appartenenti alle diverse modalità di espressione artistica digitale, progettato per riflettere l’esperienza sensoriale di un museo tradizionale ma articolato interamente online attraverso suoni, luci e colori.