Questo lavoro parla di luoghi e di istituzioni, di ambienti e persone legate dalla psichiatria che per decenni si è servita dell’architettura per concretizzare un’istituzione delirante e sempre chiusa ma oggi progettare negando la “separazione netta” tra follia e normalità è possibile con un’azione congiunta che coinvolge tutte le discipline ed esperienze.
Il Centro di salute mentale incarna la possibilità concreta di stabilire una rete di assistenza continua sul territorio. L’intento principale di questo l’avoro è stato quello di indicare un itinerario possibile, un approccio più vicino alle parole dell’architettura e dei termini comuni della disciplina nella consapevolezza che la ricerca deve continuare sempre.