Archistart

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“Metropolitana e Città : Ripensare il Quartiere Don Bosco a partire dalla Stazione G. Agricola della Linea A di Roma”

ATA2017

La Tesi rivaluta la funzione del sottosuolo come risorsa e reinterpreta il nodo urbano della stazione Giulio Agricola della Linea A di Roma, per farne il baricentro della vita sociale e della mobilità infrastrutturale, ripensando così l’assetto stesso del quartiere Don Bosco, collocandosi la stazione non solo al centro del quartiere, senza che ad oggi però ne assuma la reale funzione di centralità, ma in corrispondenza dell’incrocio tra l’asse Giulio Agricola e la caotica Tuscolana, privo di effettiva funzionalità ai fini delle esigenze del quartiere. Il progetto rafforza l’incrocio con maggiore accessibilità e con la creazione di una connessione verde lungo la Tuscolana, ora assente, per “cucirla” al verde dell’asse Giulio Agricola.


Siamo vincolati progettualmente, causa la città che ci circonda ad una architettura che emerge, senza porre troppa attenzione al sottosuolo e ad una progettazione che tenga conto sia delle difficoltà, ma anche della risorsa che si nasconde sotto i nostri piedi. Il progetto rivaluta la centralità del nodo viario nella connessione diretta con il sottosuolo, migliorandone la fruibilità, “cucendolo” direttamente alla stazione metro attraverso 4 nuovi accessi e rafforza idealmente non solo spazialmente gli assi x, y ma anche l’asse z. A questi ingressi si giunge attraverso 2 percorsi: uno lungo l’asse Giulio Agricola dotato di un filare di platani, l’altro, la Tuscolana.


Per uniformare, "cucire" l’Asse tuscolano all’Asse Giulio Agricola dotato di un filare di platani, il progetto interviene sulla risorsa verde totalmente assente lungo la Tuscolana, arricchendola di leggere strutture in acciaio ancorate su di una platea in cls che, mediante una griglia in fil di ferro, fa da supporto per l’innesto di essenze verdi rampicanti. Ciò crea un percorso lungo tutta la Tuscolana in cui il cittadino troverà spazi appositi per socializzare, distrarsi e muoversi liberamente, dove tutti i sensi saranno messi alla prova, da quello olfattivo a quello visivo, se si pensa agli inserti decorativi circolari che guidano il cittadino lungo tutto il percorso, dal livello stradale fino alla banchina ed atto a rimarcare ulteriormente la necessaria connessione tra l’emerso ed il sottosuolo in un unicum, che caratterizza l’identità stessa del quartiere Don Bosco.



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Alessio Pollini

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