L’intervento consta nell’inserimento di un complesso universitario, espansione dell'”University Of Miami”, all’interno di una critica situazione urbana che vede l’accostamento tra sfera commerciale e residenziale, e prevede, nei due “blocks” che compongono l’area di progetto, spazi di lavoro condiviso, biblioteca, uffici per la segreteria universitaria, sala conferenza, sale riunioni e un centro culturale. Le criticità dell’area di progetto e del contesto urbano ci portano ad allontanarci dal un modus operandi deleterio, caratterizzato da ulteriore densificazione dell’area, indifferente ai problemi del contesto urbano, imponendoci di spostare l’attenzione sulla dimensione umana, totalmente scomparsa.
La prima azione è stata quella di valorizzare, nel primo blocco, il portale preesistente, sottraendo Palermo avenue alla macchina e restituendola al pedone. Questo gesto forte, getta le basi di un principio insediativo che vede l’innestarsi ai lati di quest’asse pedonale gli edifici contenenti spazi di studio e lavoro condiviso, mimetizzandosi e nascondendosi dagli assi stradali che circondano l’isolato mediante piani inclinati che partono dalla zona perimetrale. Quest’azione di mimesi ha una doppia valenza: da un lato si cerca di isolare la figura umana da un contesto caratterizzato da un’intensa e fitta reiterazione di elementi urbani, quasi alienante, ricreando un atmosfera in grado di preservare una dimensione ideale per attività di lavoro e di studio e dall’altro funge da filtro, da elemento di mediazione tra due aree urbane in perenne conflitto, mitigando anche l’eccessiva differenza di altezza tra le due. L’azione immediatamente successiva è stata quella di tracciare il secondo asse trasversale, prolungamento di University drive, che grazie all’inserimento del fossato attorno al blocco e alla presenza di quattro varchi d’accesso, evoca la fondazione di un castrum romano.
Il beneficio di questi innesti, evocazione di aspetti naturalistici all’interno del progetto, va oltre, tenendo in considerazione anche l’aspetto climatico: - il piano inclinato erboso come elemento di deviazione delle correnti d’aria e di protezione, che assume il ruolo di Banyan antiuragano. - l’acqua del fossato come elemento imprescindibile di mitigazione del clima e di raffrescamento. - il taglio dell’asse principale come generatore dell’Effetto Venturi e quindi di canalizzazione dell’aria. La spazialità interna degli ambiti destinati alle attività di lavoro e della biblioteca è caratterizzata da processi di sottrazione della massa muraria che aumentano la percezione di vivere una dimensione ipogea, ricavata scavando nel sottosuolo. L’architettura, nel secondo blocco, rappresenta invece la controparte di quella del primo. Se il luogo intimo e privato dello spazio di lavoro mostra un aspetto introverso, il luogo del centro culturale e congressuale si mostra in tutto il suo carattere, esplicito e con forme slanciate, supportate da elementi strutturali imponenti senza però intaccare la coerenza del linguaggio architettonico. L’edificio che contiene uffici e spazio congressuale, si fonda al terreno grazie a due volumi-parallelepipedo, collegati da un elemento verticale sospeso e con una terminazione a sbalzo, evocando la figura di un imponente elemento “ponte” che genera tensione con la copertura curvilinea dell’edificio destinato ad attività culturali.