La riqualificazione architettonica di un manufatto storico rappresenta il dialogo tra il passato e presente con l’obbiettivo finale di dare alle generazioni future la possibilità di vivere l’eredità che gli è stata tramandata nel tempo. L’edificio in questione è un’ex caserma militare situata a Desenzano del Garda (BS). Realizzata nel 1845, ricopre una superficie rettangolare di circa 2118.20 mq all’interno di un contesto di grande rilevanza storica, a livello locale, ovvero l’area del Castello di Desenzano. L’edificio in questione è composto da tre piani fuori terra, tuttavia l’ultimo solaio risulta mancante in quanto durante il secondo dopoguerra, probabilmente per necessità di materiale, venne demolito e mai più ripristinato.
A causa del lungo periodo di abbandono, della poca manutenzione nel corso degli anni, fatta eccezione per la copertura, e dei diversi cambi di destinazione d’uso, l’edificio si trova in uno stato di forte degrado, tanto da rendere il piano primo e ovviamente il sottotetto, completamente inagibili, come alcuni locali del piano terra, sempre per problemi legati all'instabilità strutturale. Il progetto di riqualificazione ha riguardato inizialmente un’analisi urbanistica per capire in che modo il sito entra in relazione con il tessuto circostante e a seguire una ricerca storica per aver chiara l’identità del manufatto e l’aspetto formale architettonico. Dopo aver tracciato il percorso di conoscenza anche a livello materico e patologico della struttura esistente, si sono delineate le principali linee guida del progetto sulla base dei principi fondamentali del restauro: minimo intervento, compatibilità, reversibilità e autenticità.
Ciò che poteva essere letto come un ostacolo, all'interno di questo processo di riqualificazione, è stato invece rivisto in chiave positiva come elementi appartenenti a potenziali nascosti. L’edificio è diventato non più una fabbrica militare, bensì un contenitore di idee, stimoli e relazioni attraverso spazi riservati ai FabLab, collegati da un portico avente la funzione di smistamento nel piano terra. Per quanto riguarda il piano successivo abbiamo l’integrazione della passione con il lavoro con la predisposizione di studi professionali quali atelier, laboratori di fotografia, pittura e moda messi in comunicazione dalla galleria che crea dei punti luce con gli ambienti sottostanti e infine il piano espositivo che ridà la vita e la bellezza ad ogni setto portante, elementi di eleganza all'interno di questo manufatto ottocentesco.