Quando arrivi a Lisbona non puoi non accorgerti di essere in una città di frontiera. La presenza travolgente del suo fiume, la corposità delle nuvole modellate dai venti atlantici, l’intensità della luce troppo strana per essere in città, la perfetta commistione e simbiosi di palme e querce, specie arboree completamente diverse, alimentano una domanda ben precisa: frontiera di cosa?
Può essere l’arte contemporanea luogo di interfaccia di svariati mondi e annesse frontiere tale da annientarne le differenze e al tempo stesso rafforzarne le singole identità?