Il lavoro di tesi, cerca di definire una possibile strategia per la riattivazione di un piccolo borgo in progressivo stato di abbandono, affrontando la tematica delle aree interne italiane. Nel progetto proposto, si cerca di trasformare le sensazioni e le emozioni, provate in prima persona, in qualcosa di tangibile, trasformando un borgo ormai abbandonato in un luogo del benessere, in cui diventa possibile ritrovare un equilibrio fisico e mentale.
Nasce così il nostro progetto QUI(L)ETE – “il borgo del benessere”, per il comune di Prata Sannita. Il senso del progetto è racchiuso nel suo nome QUI(L)ETE in cui si fondono le due grandi peculiarità di questo piccolo paese, il fiume Lete e la quiete che rendono così unico questo territorio.
Il borgo medievale di Prata Sannita è un sistema urbano molto complesso la cui edilizia è caratterizzata dall’uso predominate di elementi poveri di provenienza locale, in cui si evince una prevalenza di materiali lapidei, lignei e laterizi, che connotano un’architettura semplice quasi spontanea. Gli edificati sono costituiti prevalentemente da singole unità abitative che, vanno ad accostarsi in linea lungo gli stretti vicoli caratterizzando un tessuto continuo. Si tratta di un territorio ricco di storia, cultura, bellezze architettoniche e soprattutto ricco di risorse naturali. La strategia progettuale parte dalla consapevolezza che la risorsa primaria del territorio è quella idrica. Questa pone l’acqua come fulcro di tutte le possibili azioni, in quanto può essere usata in vari modi, ed è combinando tra loro i possibili usi che si possono generare diversi processi dal punto di vista sociale, ambientale ed economico, andando a migliorare gli aspetti negativi del borgo, e sfruttarne le sue potenzialità. Per poter innescare dei processi, si prevedono delle azioni che si pongono esclusivamente come i primi passi verso una possibile e futura riattivazione dell’economia locale. Nell’ottica progettuale, si immagina che, una volta innescati i primi processi questi possano, nel corso degli anni, moltiplicarsi e generarne di nuovi, che porteranno il borgo a vita nuova attraverso nuove funzioni, nuove opportunità, nuovo modo di vivere. Uno scenario in continua evoluzione.
La principale azione proposta, la quale richiede un grande investimento, consiste nella trasformazione dell’ex cartiera in un centro benessere, tale progetto potrebbe costituire il principale attrattore, generando un notevole aumento del turismo e dei posti di lavoro. Conseguentemente nel borgo medievale, oggi quasi totalmente disabitato ed abbandonato, fatta eccezione che per poche famiglie, potrebbero nascere, grazie a più piccoli investimenti, nuove attività economiche locali, basate soprattutto sulla generazione di servizi di accoglienza per i turisti, come alloggi temporanei e spazi per il ristoro, e la valorizzazione di un prodotto tipico locale, ovvero il sidro di pera del Matese. Queste possibili azioni generano a loro volta un incremento dei posti di lavoro e del turismo, creando in questo modo un processo di economia circolare, cioè un sistema economico pensato per rigenerarsi. La proposta progettuale ha visto l'elaborazione di quattro progetti, nei quali si è cercato di mantenere uno stretto rapporto con il contesto, evitando costruzioni ex-novo, e puntando invece sul recupero dei ruderi presenti nel borgo. Il filo conduttore di tutti i progetti è stato il rapporto tra l'uomo e l'architettura ed in particolare tra l'uomo e la natura, una natura incontaminata caratterizzata dalla presenza del fiume Lete. Un luogo che ci ha fatto riscoprire giorno dopo giorno, mese dopo mese, la bellezza del passare del tempo, dello scorrere delle stagioni e l’intensità degli attimi.