Cartagena de Indias, città UNESCO dal 1984 grazie alla ricchezza del suo patrimonio storico-architettonico, rappresenta uno degli esempi meglio conservati di architettura coloniale e militare dell’America Latina. La sfrenata crescita urbana nei secoli XIX – XX, la speculazione edilizia e il boom del turismo hanno portato alla formazione di una struttura urbana disarticolata, deficitaria e congestionata. Come accade in diverse città latinoamericane – Bogotà, Cusco, Quito – anche Cartagena è oggi colpita da un processo di gentrificazione.
I quartieri del centro storico sono stati diretti verso lo sviluppo turistico della città, mentre il ruolo dei quartieri popolari come “Getsemanì” è marginale e tende a perdere la sua realtà artigiana e destinazione residenziale a seguito dell’espulsione dei residenti originari. Tessuti urbani di più recente costruzione, come “La Matuna”, area ad accentuato uso commerciale e terziario, creano una barriera fisica che non si rifà al tessuto e alle caratteristiche storiche dell’intorno. I quartieri limitrofi alle mura storiche, Espinal, Pie del Cerro sono mal collegati e integrati alla città storica. La pressione speculativa sul centro storico ha causato degrado fisico e sociale con perdita della qualità urbana e paesaggistica e la scomparsa dello scambio socioculturale. D’altra parte, il centro storico rappresenta ancora una parte vitale per l’intera Cartagena poiché qui si concentrano la maggior parte di attività formative, culturali e amministrative, ruolo confermato anche dall’introduzione del nuovo sistema di trasporto pubblico su gomma, del quale rappresenta un nodo fondamentale.
La proposta di progetto di questa tesi parte dalla tutela e valorizzazione del patrimonio storico come risorsa fondamentale per migliorare la qualità urbana di tutta la città. Lavorando sui quartieri e il rapporto tra le varie tipologie di tessuto urbano, l’obiettivo è ristabilire una relazione tra la città storica e quella contemporanea. Il progetto si basa sulla fruizione e appropriazione degli spazi patrimoniali attraverso la riqualificazione delle aree lungo le mura e attorno al Castillo di San Felipe, roccaforte militare e sito turistico più visitato di Cartagena, ed il miglioramento dell’accessibilità al centro e tra i quartieri stessi, privilegiando la mobilità dolce con la costruzione di vie ciclopedonali articolate ed estese anche alla periferia. Il rafforzamento dell’attività residenziale e commerciale nei quartieri di “Getsemanì” e “La Matuna”, recuperando edifici dismessi da destinare ad abitazioni sociali e nuovi spazi per il commercio, si pone come modello di sviluppo efficace alla limitazione della crescita incontrollata della periferia. La creazione di nuovo spazio pubblico attraverso il recupero e la rigenerazione dei vuoti urbani e la rivalutazione dell’ambiente naturale, grazie anche al supporto di iniziative pubbliche e private, diventano il principio di base per il miglioramento della vita urbana nel centro e fuori le mura, con particolare attenzione alle relazioni sociali che si possono stabilire.