L’intervento si pone l’obiettivo di ridare all’edificio la sua antica funzione di luogo dello spettacolo,mediante 5 interventi:1-Un palcoscenico in vetro che consente sia di proteggere i resti dell’edificio scenico sia lo svolgimento degli spettacoli.2-Palco,quinte e camerini sono ottenuti poggiando dei muri in blocchi di cemento cellulare sulle antiche in opus latericium.3-Le gradonate poggiano direttamente sui resti della cavea.4-Una struttura in legno che ospita biglietteria, bagni e caffetteria è posta alla fine del percorso colonnato che ripropone l’antico porticato.5-Un muro in blocchi di cemento prefabbricati delimita il nuovo intervento enfatizzando con delle bucature il rapporto spaziale che il teatro aveva col foro antistante.
L’area archeologica di Cales ricade nel territorio di Calvi Risorta, comune in provincia di Caserta. La leggenda fa derivare il suo nome da Calai, figlio della ninfa Orinzia e di Borea, uno dei 50 Argonauti; la storia individua come fondatori della città il popolo italico degli Ausoni, uno dei più antichi del sud Italia. La città venne conquistata nel 334 a.C. dai romani e divenne la prima colonia latina in territorio campano. Sotto il dominio romano raggiunse un’estensione di 64 ettari e una popolazione di circa 65000 abitanti. L’impianto urbanistico era quello classico della suddivisione in cardi e decumani, la città presentava sei porte d’ingresso ed era attraversata dalla Via Latina che la collegava a Nord con Roma e a sud con Casilinum, l’odierna Capua. Il II e I secolo a.C. fu il periodo di massima espansione della città che si arricchì di alcuni dei più importanti edifici pubblici: l’anfiteatro, le terme e il teatro. Il teatro oggetto dell’intervento progettuale è l’unico monumento dell’intera area acquistato dalla Stato, a differenza degli altri, che ricadono su suoli di proprietà privata.
Il destino dell’antica Cales è simile a quello di tante piccole aree archeologiche che a differenza di grandi siti conosciuti, visitati e valorizzati versano in condizione di abbandono, soprattutto a causa del grande sforzo economico che la loro conservazione richiede. Intervenire sull’ area archeologica di Cales ha l’obiettivo di attivare un processo di valorizzazione e conoscenza dell’intera area che possa garantirne la conservazione di tutti i monumenti e non solo del Teatro, unico edificio di proprietà dello Stato. Compito dell’architetto è quello di progettare spazi ma questo significa immaginare scenari possibili, realtà future e destini diversi come nel caso dell’area archeologica di Cales. Questo desiderio, quindi, ha motivato l’intervento progettuale suggerendone il tema: ridare al Teatro la sua antica funzione per sottrarlo al degrado, cercando di incentivare inoltre la conoscenza di tutta l’area.