Questo lavoro si configura all’interno di un ampio progetto di rigenerazione urbana rivolto a più studenti laureandi in Architettura presso l’Università degli studi di Udine i quali, tramite approcci differenti, hanno cercato di ipotizzare varie soluzioni per la rivalutazione della periferia Udinese e dei suoi grandi vuoti urbani. Spesso questi vuoti non vengono considerati nonostante presentino una forte potenzialità, che non ne implica necessariamente lo sfruttamento intensivo. Questi grandi spazi aperti potrebbero infatti essere destinati sia alla collettività che all’economia della piccola impresa.
Il nostro lavoro si pone come obiettivo principale dunque la progettazione di un luogo capace in primo luogo di risolvere, per quanto possibile, i problemi legati all’abbandono e al degrado della periferia; in secondo luogo di dare alle piccole realtà del primario udinese la possibilità di interagire economicamente sia con il centro città che con l’interland in maniera competitiva. L’area di progetto analizzata si trova nella fascia di territorio tra Via Del Bon e Via Laipacco, il cui limite orientale è il Parco del Torre, mentre quello occidentale è la Stazione Ferroviaria di Udine.Il masterplan si estende per circa 2,3 km e si pone a metà strada tra il mondo urbano del centro città e quello rurale della campagna.
L’elemento che ha dato origine all’intero progetto, ipotizzato nel territorio, è una pista ciclo-pedonale. La volontà di realizzare un tratto, se pur con alcune eccezioni, estremamente rettilineo, non è casuale o dettata dalla morfologia del territorio, poiché su di esso ci si vuole in un certo senso imporre, senza allo stesso tempo alterarne la conformazione. Si tratta di un segno forte e provocatorio, che vuole cercare di dare un ordine in un mondo in cui l’ordine non si trova. La pista diventa una vetrina per gli edifici che sono stati inseriti nel del masterplan, i quali si affacciano su di essa per proporsi al visitatore. Essi si dividono in tre categorie: quelli agricolo-produttivi, quelli dedicati agli animali e quelli residenziali. La ciclabile non presenta un unico punto di accesso e di uscita, ma è in relazione con Via del Bon e via Laipacco, attraverso delle strade sterrate percorribili in macchina. Queste vie di comunicazione minori sfociano in essa e si trovano in corrispondenza dei nuovi edifici del parco. La scelta di non renderle asfaltate riguarda la volontà di mantenere, quanto possibile, la naturalezza del luogo, evitando l’alta velocità. Sono stati progettati infine una serie di elementi di arredo urbano appositamente pensati per stimolare la curiosità del visitatore e per spingerlo ad addentrarsi all’interno del paesaggio agricolo che lo circonda.