La proposta nasce dal ribaltamento della concezione della parete: non una separazione, ma un punto di contatto per tutti coloro che vivono la realtà penitenziaria. L’ambiente rappresenta il momento di interazione tra il mondo recluso e la società: l’opportunità per i detenuti di dialogare con il mondo esterno e di esprimersi attraverso il linguaggio del teatro. Abbiamo voluto esaltare la peculiarità del luogo: il muro, diviso in moduli, si è trasformato in arredo e supporto a servizio del contesto. Invece di creare un ambiente separato abbiamo voluto definire un legame, disegnando un dispositivo scenico flessibile, adatto a vari usi. Ci siamo ispirati ad un paravento, un elemento leggero con funzione di filtro e non divisione.