“Narrami, o musa, dell’eroe multiforme, che tanto vagò, dopo che distrusse la rocca sacra di Troia: di molti uomini vide le città e conobbe i pensieri, molti dolori, patì sul mare nell’animo suo, per acquistare a se la vita e il ritorno dai compagni.”
Omero, Odissea, libro I, 1-6
È evidente che lo scenario sociale e culturale sta subendo profondi cambiamenti nonostante il pianeta sia da sempre stato caratterizzato da morfologie sociali in movimento e le città abbiano sempre risposto con nuove configurazioni spaziali. Troppo spesso,oggi, si innalzano muri di intolleranza, si predica avversione verso popoli stranieri. « Il diritto cosmopolitico deve essere limitato alle condizioni di ospitalità universale». « Ospitalià significa il diritto che uno straniero ha di non essere trattato come un nemico a causa del suo arrivo sulla terra di un altro». Abitare un sfera implica che allontanarsi da qualcuno ci porta necessariamente ad avvicinarci a qualcun altro. Scambio sociale, inclusione, interculturalità sono ormai concetti su cui programmare i nuovi scenari urbani e su cui costruire la società moderna. E’ doveroso un approccio più attento e incisivo. Politiche integrative e più intelligenti. Affrontare una nuova questione urbana ponendo l’accento sulla transitorietà degli interventi adattandosi a utenze e configurazioni mutevoli, ma allo stesso tempo promuovendo strategie interscalari e rigenerative dello spazio creando congiunture sociali e urbane. Riutilizzare il patrimonio dismesso, i corpi morti della città, per riattivare quei dispositivi in grado di rimettere in circolo nuova linfa sociale. Accoglienza e riuso del patrimonio abbandonato come motore di nuove trasformazioni dello spazio, di nuove tessiture sociali.