Il progetto propone la costruzione di un asse verde sovrapposto alla ferrovia di Bologna, come strategia di crescita urbana che cerca di dare una risposta al crescente problema del consumo di suolo. Costruendo negli spazi residuali che si generano ai margini del fascio di binari ed in sovrapposizione ad essi, stratificando la città, si immagina un possibile scenario in cui l’infrastruttura e l’elemento naturale convivono e generano dalla loro unione delle nuove configurazioni inaspettate.
Il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo richiedono un’inversione di marcia e il nuovo asse verde che andiamo a sovrapporre alla ferrovia cerca di compensare gli effetti di questa tendenza negativa.
La natura diventa strumento per ripensare, stravolgere e riprogettare il paesaggio costruito che abbiamo davanti. Questa componente viene sintetizzata con una linea che cerca di dare continuità alle le reti ecologiche che vanno da nord a sud, dalla campagna fino al territorio collinare, e contemporaneamente di collegare i parchi fluviali del fiume Savena a est e del fiume Reno ad ovest. L’uso di una megaforma, riconoscibile in maniera univoca come artificiale, senza la pretesa di nascondersi dietro un mimetismo forzato, è il procedimento utilizzato per inserire l’elemento paesaggistico all’interno della città.
Città, infrastruttura e paesaggio devono cooperare, poiché solo considerandoli come parte di un tutto, componenti indispensabili in egual misura nello sviluppo urbano, possiamo continuare ad immaginare scenari futuri, in cui gli effetti dell’attività dell’uomo non abbiano compromesso in maniera irreparabile l’intero ecosistema.
Questo è ciò che avviene nel progetto dove, la ferrovia, da sempre vista come cesura all’interno della città e come spazio di risulta inevitabilmente legato alla sua funzione, subisce una metamorfosi, cambiando profondamente il suo carattere e trasformandosi in nuovo spazio urbano.