Siracusa, tra le più importanti città della Magna Grecia, connotata dalla presenza di un vasto patrimonio artistico e culturale di età classica ha ispirato per lungo tempo i viaggi del Grand Tour.
συγγένησις ( /sun • ghé • ne • sis/ ) riprende le esperienze dei viaggiatori dei Grand Tour del passato proiettandole in un’ottica contemporanea. Con l’intento di creare una nuova rete di connessioni ed ulteriori punti di interesse all’interno della città di Siracusa, sono stati individuati punti che potessero rappresentare nuove occasioni di intervento per la creazione di un circuito lungo la costa, percorribile via terra e via mare.
I luoghi individuati, ad oggi, appaiono sconnessi tra di loro ed individuano dei microcosmi all’interno della città di Siracusa. Obiettivo primario è dunque quello di fare sì che queste realtà si inglobino le une nelle altre, creando nuove modalità di percepire gli spazi all’interno di una nuova rete sociale: tramite l’utilizzo di interventi denominati “viral pills”, ossia episodi architettonici, si intende apportare un cambiamento attraverso meccanismi di modificazione virale, tali da innescare un sistema culturale che individui una nuova possibilità di far vivere questi ambienti, cambiandone le funzionalità e donando loro una nuova centralità. Il percorso ha inizio tra le rovine del moderno della Tonnara di Santa Panagia. Il sito, contrassegnato dalla vecchia stazione del luogo, la chiesa rupestre e la tonnara, offre l’opportunità per la creazione di un percorso circolare. L’itinerario ha inizio dal vecchio edificio della stazione inglobato in un una foresteria, tramite una scala arroccata sul versante, si raggiunge un’ampia piazza affacciata sul mare connotata da alberi di arancio disposti regolarmente e abbracciata da un porticato che accoglie all’ingresso di un piccolo museo. Dalla piazza è possibile accedere alla chiesa rupestre che, al piano inferiore, accoglie cinque stanze scavate nella roccia che ospitano una serie di opere legate alla storia della tonnara.
Il viaggio nella città di Siracusa si conclude nell’iconica Area Protetta del Plemmirio, tappa del viaggio di Enea secondo Virgilio, promontorio contaminato unicamente dalla presenza del Faro di Capo Murro di Porco. La realtà del luogo è stata letta come un’occasione da cui poter sviluppare un atto fondativo per la creazione di un nuovo contesto che vede il faro come elemento di arrivo del cammino. Il progetto nasce da un impianto a matrice quadrata sottolineato da un portico esterno che crea un recinto. Ai lati dei bracci del portico sono presenti volumi dedicati ad ambienti termali, mentre, incorniciano il faro una serie di stanze contemplative. L’impianto quadrato è sottolineato dal risvolto del portico verso il mare, da cui partono due scalinate, assorbite in parte dalla roccia, che conducono all’area delle vasche. La corte centrale è, infine, connotata dalla presenza di verde mediterraneo rigoglioso, contrapposta alla regolarità del complesso. συγγένησις ( /sun • ghé • ne • sis/ ) mira a fornire una nuova lettura della città, offrendo spazi legati alla contemplazione degli elementi naturali, muovendosi tra l’architettura archetipica mediterranea ed un principio compositivo che prefiguri un paesaggio visionario conforme al contesto.