Archistart

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The Rubik’s wall

TPW2018

Questa parete è stata pensata per essere realizzata interamente in legno e con materiali riciclati quali tapparelle, persiane, pannelli in sughero, scatole e assi di ponteggi.
L’idea è quella di portare “dentro” i materiali della città, sia per far emergere la voglia di uscire (e di rimanere fuori) sia per dare vita a laboratori di recupero che potrebbero creare nuove professionalità e generare guadagno, a beneficio del processo di reinserimento del detenuto.
Inoltre per la progettazione della parete sono stati sviluppati i concetti di personalizzazione, flessibilità, modularità e semplicità di costruzione.

La parete contiene tutto quello che può servire per vivere lo spazio come superfici di lavoro, per il relax, pannelli espositivi o semplicemente fonoisolanti, adattandosi alle particolari esigenze dell'utente. Il processo compositivo della parete nasce proprio da questa esigenza di flessibilità che si è cercato di raggiungere soprattutto tramite la creazione di moduli base che, come nel famoso cubo di Rubik, possono esser fatti traslare o ruotare acquisendo un aspetto e una funzione sempre diversi. La regolarità della struttura di base è stata suggerita dalle geometrie del carcere anche se, in questo caso, la flessibilità (d’uso e fisica) ed il gioco di colori contribuiscono a rendere lo spazio più dinamico.



The Board:
The Rubik’s wall Board
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