Through the Lattice si pone come obiettivo quello di riutilizzare il complesso sistema di facciata del Japan Pavilion realizzato per Expo Milano 2015: un intricato reticolo ligneo dalla forte valenza architettonica e dall’elevato contenuto simbolico. L’intento è infatti quello di dare continuità all’opera inserendola all’interno di una nuova realtà progettuale che ne risalti la vocazione spirituale, dimostrandone trasportabilità e utilizzo in ambito strutturale.
Ispirandosi ai numerosi esempi virtuosi di spazi meditativi nei campus americani e anglosassoni, il progetto è stato inserito nel Campus del Politecnico di Milano di Bovisa, in un luogo finora destinato ad attività ricreative ma privo di una sua identità. Gli spazi esterni ed interni sono stati progettati senza una specifica vocazione e vengono percepiti dall’utente, secondo la concezione giapponese, con l’identificazione di ciò che in essi accade. Il progetto rappresenta un momento di sintesi tra interno e esterno, integrandosi nel quartiere e offrendo spazi per attività ricreative e meditative, privi di riferimenti
religiosi ma che, attraverso la sublimazione del vuoto, evocano un profondo senso di spiritualità. In particolare Le scelte volumetrico-compositive di Through the Lattice sono “l’intreccio” tra spazi e valori tipici sia della classicità che della cultura orientale. Infatti, se da un lato, volumi e spazi sono progettati a partire dalla rigida e monumentale simmetria dei moduli di facciata, dall’altro, il concetto che pervade interamente il progetto è quello del Ma, uno spazio vuoto di tempo dove si miscelano passato, presente e futuro. In questo senso il “vuoto” diventa un vero e proprio elemento compositivo che, opportunamente modellato, conferisce leggerezza e spiritualità enfatizzate dall’utilizzo di materiali come vetro ed etfe, lettura in chiave moderna degli antichi pannelli shoji.
Lo studio del comportamento strutturale del wooden lattice, ha influenzato il progetto architettonico fin dalle prime fasi, creando un’interazione costante tra la componente compositiva e quella costruttiva. Il risultato ottenuto dalle analisi agli elementi finiti rivela un buon comportamento strutturale della facciata nel campo delle deformazioni elastiche. Di grande importanza si è inoltre rivelata la scelta dei materiali e delle soluzioni tecnologiche, improntate all’innovazione, alla sostenibilità e al comfort termoigrometrico, così come non si sono trascurati gli aspetti impiantistici ed energetici legati al comportamento congiunto dei moduli di facciata e dell’involucro in etfe. Le procedure di smontaggio, lavorazione e trasporto ipotizzate grazie al supporto dei tecnici della Galloppini Legnami, hanno infine determinato, sia dal punto di vista economico che logistico, la fattibilità dell’intervento confermando i risultati previsti.