Central Park è il più grande spazio verde urbano nel distretto di Manhattan e la più importante risorsa ecologica all’interno della città di New York, un vero e proprio polmone verde, che agisce come componente chiave ed influenza in modo decisivo il paesaggio urbano e la sostenibilità dell’intera città.
Partendo dall’analisi delle infrastrutture ecosistemiche presenti nel parco (Green, Blue e Grey Infrastructure), che concorrono a salvaguardare l’aria, l’acqua e il suolo, migliorando la salute degli ecosistemi urbani, il progetto intende ridefinire la tradizionale nozione di paesaggio come “passivo” luogo di svago e ricreazione, trasformando il parco in paesaggio “attivo” generatore di risorse.
Sulla superficie di Central Park si distribuisce un sistema di elementi puntuali (Power Frame), cornici in legno riciclato, localizzate nei punti risultati più idonei dallo studio del contesto. Le cornici si configurano come dei mini impianti distribuiti che producono energia verde, sfruttando le principali risorse naturali presenti nel parco: sole, vento, acqua, terra, uomo. Le diverse attività ricreative e formative che si svolgono intorno ai Power Frames permettono ai visitatori di interagire con il parco e le sue risorse e di vivere la natura e le sue potenzialità attraverso l’architettura: il paesaggio ora è un semplice scenario, inquadrato dalle cornici, quando queste non sono in funzione, ora è utilizzato per azionare i nodi della rete e rendere il parco un ecosistema autosufficiente. Una rete elettrica, la cui configurazione ricalca il reticolo di isolati disegnato dalle strade che si immettono nel parco, collega i singoli punti tra loro, rendendo possibile il trasferimento dell’energia da un nodo all’altro. Elemento centrale della rete è il percorso catalizzatore (Central Path), che si adagia sulle acque del lago Reservoir, offrendo un punto di vista privilegiato dal quale sperimentare appieno la sensazione di unità con la natura. Il percorso si configura come DNA ecologico del parco: attraversando Central Park nella sua larghezza, stabilisce la principale connessione tra i nodi produttivi primari della rete, il Ground Pavilion e il Water Pavilion.
Da passivo spazio di tregua e rifugio dalla metropoli, Central Park si trasforma così in una vera e propria macchina ecologica in grado di produrre energia, dando vita a una rete green totalmente indipendente. La struttura evolve dallo stretto legame con il contesto, non solo funzionalmente ma anche formalmente, integrandosi nella complessità del sito e diluendo i confini tra interno e esterno, tra limiti architettonici e natura, snodandosi come un nastro nel paesaggio, fondendosi con esso. I padiglioni realizzano spazi destinati ad attività di svago e apprendimento: qui risiedono i centri di gestione della rete, da cui i visitatori possono indirizzare eventuali surplus verso i nodi meno produttivi. Acqua e terra sono utilizzate anche per la produzione di spezie nell’orto, ove si realizza un’ulteriore partecipazione attiva degli utenti del parco, che imparano a coltivare i prodotti della terra, in un’ottica di creatività, condivisione e apprendimento attraverso i sensi. Il progetto si struttura, infatti, secondo un nuovo approccio olistico, che pone l’accento non solo sulla sfera ecologica e ambientale, attraverso la definizione di un sistema autosufficiente, che produce l’energia necessaria al proprio fabbisogno, ma anche economica e sociale, introducendo una partecipazione dell’individuo su tutte le sfere, dalla produzione energetica alla gestione e conoscenza dei dati della rete, promuovendo la sensibilizzazione ecologica degli utenti nell’ottica di un’ecologia integrale.